Magari si chiariranno e faranno anche pace. Se non già in questi giorni, forse a Pinzolo, dove la Roma tornerà a lavorare dal 7 al 14 luglio per preparare la prossima stagione, la prima del Di Francesco 3.0. Di certo, però, c’è che vedere Dzeko e Manolas mettersi le mani addosso alla fine di Bosnia-Grecia di venerdì sera non è stata proprio la scena più bella del mondo. Anzi. Cose di campo, verrebbe da dire. Ed in effetti è anche così. Se non fosse, però, che Manolas è recidivo e poco più di due settimane fa aveva vissuto più o meno la stessa scena con Diego Perotti, stavolta però a Trigoria. «Non è successo niente, in allenamento ci può essere un po’ di tensione durante le partitelle perché vuoi sempre vincere. C’è stato un contrasto forte, abbiamo un po’ discusso, ma io e Diego siamo amici», aveva detto in quell’occasione, sminuendo di fatto una lite reale e dando la colpa (come al solito) ai giornalisti. Questa volta, invece, Manolas non può dire che non è successo niente, visto che le immagini hanno fatto il giro del mondo. E non sono piaciute a nessuno, probabilmente neanche alla Roma.
FAR WEST – Manolas, subito dopo quel finale da far west innescato proprio dalla discussione tra lui e Dzeko (finale in cui il greco Gianniotas ha perso due denti, dopo essere stato colpito con un pugno da un assistente di Bazdarevic) ha commentato così i fatti: «Certe cose non dovrebbero mai succedere. È stata una vergogna, i bosniaci hanno mancato di rispetto al nostro inno nazionale. Queste cose non rappresentano il calcio. Noi dobbiamo pensare a giocare a pallone, invece a Zenica sembrava una guerra. Certe cose andrebbero risolte nei tribunali». Insomma, non proprio parole tendenti a stemperare la situazione, anzi. Di certo c’è che Manolas ha un carattere fumantino e che anche all’interno del gruppo giallorosso non è visto benissimo da tutti. Nel senso che ha un modo di fare un po’ così, poco propenso alla vita di gruppo.
LA MICCIA – La Roma, dunque, ufficialmente non commenta. «Cose di campo», è il messaggio che ieri girava a Trigoria. Per di più successe lontano dal mondo giallorosso, almeno apparentemente. Prima o poi, però, bisognerà affrontarla la situazione, soprattutto se Dzeko e Manolas (che sta per rinnovare il contratto a 3 milioni di euro a stagione) non ci penseranno da soli a chiarirsi. L’attaccante bosniaco e il difensore greco, infatti, sono due dei giocatori su cui il d.s. Monchi punta per costruire la squadra della prossima stagione, due di quelli che dovranno costituire anche parte dell’architrave di Di Francesco. E lasciare strascichi potrebbe essere pericoloso. Soprattutto, poi, perché la discussione sembra nata anche per motivi extracalcistici. All’andata, infatti, c’erano già stati dei problemi, con Dzeko che arrivò ad abbassare i pantaloncini ad un avversario (Sokratis), mentre sugli spalti campeggiava uno striscione vergognoso (sul massacro di Srebrenica) sul quale la federazione greca poi intervenne, scusandosi pubblicamente. Stavolta niente scuse. Forse arriveranno più avanti, tra Dzeko e Manolas. Forse.