La mannaia viene calata in tarda serata dal presidente dell’Assemblea capitolina, Marcello De Vito: dei 163 emendamenti presentati – quasi tutti dell’opposizione – ne sopravvivono solo 58. Gli altri 105 vengono bollati come inammissibili, privi di ogni reale portata di modifica, viene spiegato dal M5S. Che provoca l’accelerazione per approvare, entro stasera, la delibera sul pubblico interesse del progetto bis di Tor di Valle, con l’ “Ecomostro” di uffici e negozi dimezzato le infrastrutture ridotte intorno allo stadio. I tempi sono stretti: domani scade la conferenza dei servizi. Per questo, dalle 11 in poi, si voterà a oltranza, in Aula Giulio Cesare. Occhi (e telecamere) puntati sugli scranni della maggioranza, per capire crepe e defezioni. Nei primi due giorni di votazioni non si sono viste né Monica Montella, né Gemma Guerrini. Le due consigliere grilline che, a febbraio, si opposero all’accordo con la Roma insieme a Cristina Grancio, la dissidente già sospesa e a un passo dall’espulsione. «Montella assente? Lei è in vacanza», replica il capogruppo M5S, Paolo Ferrara. E la Guerrini? Al telefono lei risponde così: «Io contraria allo stadio? Non voglio confermare né smentire, nessun commento». Sarà in aula oggi? Anche qui: «No comment». Il Pd, intanto, attacca: «Non siamo contrari allo stadio, ma a questo progetto», dice Roberto Giachetti. La capogruppo Michela Di Biase, ieri a inizio seduta ha presentato una richiesta di sospensiva. Il problema? All’appello «mancano 30 milioni di opere pubbliche pagate dai privati». Spiega Giulio Pelonzi, l’esperto di urbanistica della pattuglia dem: «Nel nuovo progetto spariscono le torri e viene creata una specie di nuova Corviale di uffici e negozi. Ma il costo di costruzione delle palazzine, rispetto ai grattacieli, è inferiore, andrebbe portato da 1.700 euro al metro quadro a 1.400 euro». In questo modo «anche i ricavi dei privati aumenteranno e dovrebbero passare da 805 euro al mq, a 1.100 euro». Per l’assessore all’Urbanistica, Luca Montuori, «il valore resta invariato». Per i demcorat invece «questo è un regalo ai privati da 30 milioni, perché la cubatura concessa in aggiunta dovrebbe produrre opere pubbliche per 110 milioni e non per 80 milioni, come dice la delibera». Il Pd ventila l’ipotesi del danno erariale, perché la sospensiva viene bocciata. Per giustificare la cancellazione del ponte carrabile, che potrebbe creare seri problemi alla viabilità, invece, il grillino Pietro Calabrese arriva a parlare di «lobby delle auto».
LE PALE EOLICHE – Alla fine uno dei pochi emendamenti che dovrebbe passare è quello dei grillini e prevede l’installazione di impianti «microeolici» a Tor di Valle. Pale eoliche, in sostanza. «Proposta totalmente insensata», attacca Andrea De Priamo di Fdi. Ieri intanto il soprintendente unico di Roma, Francesco Prosperetti ha fatto capire che l’ex ippodromo non sarà vincolato. La proposta del vecchio soprintendente, Margherita Eichberg, dice Prosperetti, «era impraticabile». Mentre Italia nostra promette battaglia in Tribunale, dal Pd c’è chi azzarda un retroscena: per il dem Giovanni Zannola sarebbe «sospetto il tempismo con cui Prosperetti, reintegrato al Colosseo dopo il ricorso della Raggi contro il Mibact, dice solo oggi che il vincolo non ha ragione di essere. Forse c’è benevolenza verso la giunta M5S».