Le opere pubbliche (pagate dai privati) più che dimezzate, il caos viabilità senza ponte carrabile, senza metro B e senza certezze sui nuovi treni per la malandata Roma-Lido. E ancora: il vincolo sull’ex ippodromo prima apposto e poi ritirato in extremis (con una pioggia di ricorsi annunciata da più parti), il rischio di un danno erariale per le cubature concesse ai privati, secondo le opposizioni a valori di mercato ampiamente sottostimati. Approvata, per la seconda volta, la delibera per la “pubblica utilità” di Tor di Valle, restano tante le incognite su un’operazione più immobiliare che calcistica, già bocciata dai tecnici dell’Istituto nazionale di Urbanistica e stroncata da tutte le principali organizzazioni ambientaliste del Paese, da Italia Nostra a Legambiente. La giunta Raggi porta a casa lo scalpo delle cubature dimezzate per l’«Ecomostro» di negozi, uffici, alberghi e ristoranti. Anche se nel progetto restano quasi 600 milametri cubi di costruzioni e così nell’area che il Piano regolatore generale voleva destinare a un parco a tema nascerà, se l’operazione dovesse andare in porto, un nuovo Serpentone, modello Corviale, con palazzine private alte fino a sette piani. Il vero core business del progetto stadio.
PUBBLICA UTILITA’, SOLO 120 MILIONI – Sforbiciato l’«Ecomostro», l’accordo del 24 febbraio scorso ha fatto calare la mannaia anche sulle opere pubbliche pagate dai privati. Non ci sono più il ponte carrabile sul Tevere e il prolungamento della metro B. Nel progetto del 2014 erano previste opere per 270 milioni di euro. Tutti a carico dei proponenti. Nella delibera di ieri restano poco più di 120 milioni: 80 milioni per le opere di “pubblica utilità” più altri 45 milioni per potenziare la Roma-Lido. I fondi per i trasporti potrebbero alla fine essere dirottati altrove.
L’ALTERAZIONE DEL MERCATO – Sforati ampiamente i limiti di costruzione previsti dal Piano regolatore (con pesanti interrogativi per il mancato rispetto delle norme sulla concorrenza), la nuova delibera concede ai privati di costruire quasi 600mila metri cubi nell’area di Tor di Valle. Secondo uno studio presentato due giorni fa dall’opposizione, «la cubatura concessa in aggiunta dovrebbe produrre opere pubbliche per 110 milioni e non per 80 milioni», come prevede invece la delibera appena approvata dal Campidoglio.
RISCHIO CAOS PER IL TRAFFICO – Cancellato il ponte carrabile sul Tevere e con l’incognita del Ponte dei Congressi, la viabilità nella zona rischia di andare in tilt. Non solo per chi andrà allo stadio, ma anche e soprattutto per chi abita e lavora in quel quadrante. La delibera approvata dà per scontata la realizzazione del Ponte dei Congressi, finanziato dal governo con i fondi del Cipe. Opera tutt’altro che certa, dopo lo stop del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Il IX Municipio, guidato dal M5S, è preoccupato per la viabilità dell’area.
ROMA-LIDO: TRENI VECCHI – Cancellata la biforcazione della Metro B fino a Tor di Valle, la giunta ha deciso di puntare sull’ammodernamento della Roma-Lido. Nel vecchio progetto era previsto l’acquisto da parte dei privati di 15 nuovi treni per la ferrovia che collega la Piramide Cestia ad Ostia, in alternativa alla metro B. Nella nuova delibera si parla genericamente di un «contributo» da 45 milioni per «migliorare l’offerta e il servizio di trasporto pubblico su ferro». Come? Riparando i vecchi treni di Atac. Nessuna indicazione sul numero minimo di convogli che i proponenti dovrebbero comprare.