A destra si sbanda. E la macchina Roma ha bisogno di una convergenza sulla fascia. Karsdorp è in infermeria, il ginocchio è avvolto da un tutore grosso così e ha bisogno di rimettersi in moto. Pinzolo gli serve più per capire dove è capitato che per imparare come si sta in campo. Per rimettersi in moto ci vuole pazienza, diciamo dalla tournèe negli States ricomincerà la rieducazione. Il ragazzo olandese si bagna di umiltà e contrapponendosi al suo ds che lo definisce «un grande giocatore per il presente e per il futuro», ammette di «essere ancora un piccolo calciatore» e di non «aspettarsi grandi cose». Risposta sulla difensiva, visto il paragone azzardato – nella domanda – con Cafu. Aspettiamolo, ci vuole pazienza, anche perché su quel ginocchio si è sbagliato in passato e ora ne sta pagando le conseguenze.
DI BRUNO CE N’E’ UNO – Tornando alla convergenza di destra e allo sbandamento di mezza estate: se il nuovo, Karsdorp non avanza, il vecchio, Peres, è ancora avvolto nello scetticismo, perché reduce da una stagione mediocre. Ma proprio Bruno è attualmente il terzino destro della Roma, fino a prova contraria. Proprio lui, di nuovo lui. Il brasiliano è qui a Pinzolo, l’istruttore Di Francesco – come promesso – ci sta lavorando e non può fare altrimenti: specie nei movimenti difensivi, questi sconosciuti per un terzino alla brasiliana. Peres si applica e a oggi non è dato sapere se supererà la prova. Per adesso è il titolare e su questo non ci piove. Bruno non è ben visto dalla tifoseria, che non fa altro che beccarlo e si augura di vederlo giocare altrove. Così non è facile, nemmeno se ci metti tanta buona volontà. Poi capita l’imprevisto, proprio a lui. E’ la sindrome della nuvoletta di Fantozzi. Ecco cosa è successo: Bruno Peres, dopo aver firmato autografi (insieme con Tumminello) a un gruppo di tifosi nel consueto rito proposto e organizzato dalla Roma, si adopera in un plastico lancio del pallone. Palla in aria e Bruno col sedere per terra. La scivolata provoca risa abbondanti e l’imbarazzo dello stesso brasiliano. I social poi, fanno il resto ed ecco la ghigliottina: il video del povero Bruno che finisce in rete e apriti cielo. Insulto libero. Il pretesto è buono per dargli quasi il colpo di grazia. Così, come detto, non è facile. Non è facile nemmeno pensare di cederlo, visto che il riscatto obbligatorio è stato appena onorato per 12 milioni e mezzo.
I PRIMI CALCI – Non resta che sperare in Florenzi, che Di Francesco non vede nemmeno terzino come i suoi predecessori. Per Difra, Alessandro è mezz’ala destra o esterno alto a destra. Per ora Florenzi non è nell’uno né l’altro, perché ancora convalescente, pure lui. Corre, fa i primi esercizi con il pallone e in più svolge volentieri il ruolo di capitano, protagonista anche fuori dal campo. Nella presentazione della squadra è quello che ha parlato a nome del gruppo, chiedendo di dare tempo a Di Francesco di svolgere il suo lavoro. Ieri si fatto intervistare da Roma Radio e stasera sarà protagonista della serata in piazza per un’intervista a tu per tu, come fu per Totti lo scorso anno. Non essendoci De Rossi (e Totti naturalmente) è lui il romano da vetrina. Ma l’importante è che si riveda presto. «Ho una data e una giornata in particolare per poter tornare, con tanta voglia di spaccare il mondo. L’esperienza mi dice di frenarmi ma non ci riesco, provo a non fare le cose ma è difficile. Sto cercando di contenermi. Sono nell’ultima fase, quella in cui devo stare più attento». Mi raccomando, perché già a destra si sbanda.