Al diavolo la diplomazia. Di Francesco, dopo la conferenza soft a Trigoria, ieri è tornato a parlare a Sky senza tanti giri di parole e con richieste ben precise: cinque acquisti, la voglia di tenere Nainggolan e di lavorare con Totti. Il tecnico ha iniziato a stilare la lista partendo proprio dal belga accostato nelle ultime ore all’Inter: «Radja è forte e ce lo vogliamo tenere stretto, è l’obiettivo mio e della società e verrà sicuramente negli Usa in tournée. Io sono sereno». Lo è meno Nainggolan che sui social ha lamentato, tra il serio e il faceto, il mancato adeguamento di contratto provocando anche il commento di Salah («Ora tocca a te») che non è piaciuto affatto a Di Francesco: «È stata un’uscita poco elegante visto che lui è stato uno di quelli che ha preferito andare in Premier». Prima della partenza per gli Usa comunque il centrocampista incontrerà la dirigenza e pretenderà l’aumento promesso un anno fa. Le alternative non gli mancano: l’Inter, e soprattutto lo United pronto a offrirgli un contratto da 7,5 milioni. Discorso simile per Manolas. Chi, invece, il contratto (da dirigente) ce l’ha pronto è Totti. «Deve scegliere lui cosa farà ed è abbastanza grande per decidere il ruolo – ha commentato Eusebio – A parte l’allenatore può fare tutto. Francesco ci potrà dare una grande mano per capire tante dinamiche». Nel frattempo ci sono da capire (e realizzare) parecchie dinamiche di mercato: «Ci serve l’alternativa a Dzeko, due esterni offensivi, il terzino sinistro e il difensore centrale».
Questa la lista dei 5 colpi da presentare a Monchi (e Pallotta). Senza fretta però: «La cosa importante è la qualità dei giocatori. Stiamo facendo acquisti mirati ed è quello che ho chiesto a Monchi. Solo quando saremo al completo potremo dire se il gap con la Juve è ridotto. Col direttore stiamo cercando di formare 22 titolari. Il centrocampo è già ottimo». Il tecnico non nomina mai la parola scudetto: «Pallotta mi ha chiesto entusiasmo e di provare a dare fastidio alla Juve. Vittoria è una parola che mi piace, la ripeto spesso ai miei ragazzi». Che non risparmia di consigli in questi primi giorni di ritiro: «È il mio metodo di lavoro, partendo sempre dai concetti, sia quelli offensivi che quelli difensivi. Curiamo tutte e due le fasi. La prima cosa da fare è quella di cercare di dare un’impronta a una squadra che deve cercare di essere sempre corta». Infine un punto sulle altre: «Il Napoli ha già un’identità. Per me ci vorrà un po’ più di tempo per plasmare la squadra. Abbiamo cambiato più del Napoli, ma questo non deve essere per forza uno svantaggio. Il Milan ha fatto ottimi acquisti. Ha detto bene Montella: cercheranno di rientrare in Champions. Ciò significa che lotteranno anche per lo scudetto così come l’Inter che ha un ottimo allenatore».
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