Un altro pezzo di scudetto torna a casa. Ehi, chi è quello? Sì, non è un’allucinazione: Marcos Evangelista de Moraes, meglio conosciuto come Cafu, ieri mattina è sbucato sul campo di Boston dove si allena la Roma. Con tanto di maglietta di allenamento e scarpette sponsorizzate della società, sembrava ancora uno di loro, un giocatore, anche se ha appena compiuto 47 anni, nonostante i jeans che ne componevano un ritratto pittoresco.
I COMPITI – La Roma non gli ha ha dato un ruolo uffciale, almeno per il momento, ma gli ha chiesto di sviluppare le accademie giovanili in Brasile promuovendo il valore del club nel Paese, magari scovando e segnalando nuovi talenti. Ambasciatore del marchio, si chiama. Un po’ come sta facendo con profitto Abel Balbo, altro campione d’Italia, negli Stati Uniti (ha lavorato per la Roma sia a Detroit, la città in cui vive, che a New York, incontrando i tifosi locali). Cafu, già da anni inserito nella hall of fame della società come uno dei migliori terzini destri che abbiano mai vestito la maglia giallorossa, aveva recentemente partecipato alla partita tra leggende al Bernabeu contro il Real Madrid. E ieri è sbarcato a Boston direttamente da San Paolo per una visita di cortesia che prelude forse a nuovi orizzonti commerciali.
ABBRACCI – Per prima cosa Cafu ha abbracciato calorosamente Eusebio Di Francesco, con il quale ha condiviso buona parte del percorso romanista da calciatore: i due arrivarono insieme, nell’estate del 1997, su indicazione di Zeman; e insieme, naturalmente, festeggiarono lo scudetto il 17 giugno 2001. Poi le loro strade si divisero, perché Di Francesco accettò il trasferimento al Piacenza, e Cafu vinse il suo secondo mondiale ancora da giocatore della Roma, prima di passare al Milan e conquistare anche la Champions League. E a proposito di Milan, con la leggerezza di sempre è scoppiato a ridere quando ha incrociato Umberto Gandini, dirigente rossonero ai “suoi” tempi. «E’ un piacere essere qui – ha detto Cafu – salutare tanti amici è stato un bel tuffo nel passato».
CHIACCHIERE – Durante l’allenamento, poi, si è seduto sulla panchina dei manager, da Monchi a Baldissoni passando per Franco Baldini che ormai non si nasconde più: dopo aver accompagnato il presidente Pallotta a New York per l’amichevole contro il Tottenham, per la prima volta ha assistito a un allenamento della Roma a testimonianza di un legame sempre più stretto con la proprietà. Proprio con Baldini, Cafu si è confrontato a lungo. Del resto è lui il dirigente che conosce meglio, avendolo avuto a Trigoria come direttore sportivo nelle stagioni più gloriose della Roma. In chiusura, prima di lasciare l’Ohiri Field, ha scambiato due chiacchiere con i calciatori brasiliani, soprattutto Bruno Peres che gioca nel suo ruolo. E che da Cafu avrebbe tanto da imparare.