Il tormentone dell’estate romanista sta diventando noioso. Viene o non viene Mahrez? Impossibile ad oggi dare una risposta, ma entro la prossima settimana la situazione prenderà una piega definitiva. In un verso o nell’altro. L’affare al momento è bloccato. C’è una distanza considerevole, forse incolmabile, tra domanda e offerta: la Roma, nella sua seconda e ultima proposta, ha messo sul piatto una cifra inferiore ai 30 milioni di euro, tra i 25 e i 28, mentre il Leicester ne chiede non meno di 40 milioni per lasciar partire il suo giocatore più quotato. Con l’inserimento nella trattativa di bonus, percentuali di rivendita e pagamenti posticipati si può ancora lavorare sui numeri, ma ad oggi nella migliore delle ipotesi mancano almeno 12 milioni di euro per trovare un punto d’incontro.
È vero che si era partiti da una differenza di 20 milioni dopo la prima offerta giallorossa, è altrettanto certo che Mahrez ha già dato il suo gradimento al trasferimento a Trigoria e ha fatto pressioni sulla società inglese per partire, ma non basta. Perché il Leicester non ha bisogno di vendere l’algerino e la Roma non ha la minima intenzione di ritoccare verso l’altro la sua proposta. Per due motivi: la strategia aziendale del club di Pallotta non prevede mai di fare il passo più lungo della gamba sul mercato – altrimenti non avrebbero senso le critiche del presidente alle spese folli del Milan – e in secondo luogo la Roma è convinta di aver dato la valutazione corretta a un giocatore sì importante, ma non una garanzia assoluta di continuità e «spessore» a certi livelli.
Monchi continua a parlar chiaro: «Il 90% della squadra è fatta, ora stiamo cercando l’esterno alto, dovrà essere mancino. Non c’è urgenza, anche se vogliamo farlo il prima possibile e per prendere chi realmente voglio, meglio aspettare qualche giorno in più». Quel giocatore, appunto, è Mahrez e il diesse spagnolo non lo nasconde. «La nostra è un’offerta giusta – aggiunge a Sky – ora il Leicester deve decidere se vuol venderlo. Nel frattempo noi stiamo valutando anche altre opzioni». Una mezza verità, nel senso che le parole del dirigente sono strategiche per la trattativa col Leicester, ma al tempo stesso Monchi ha in mente almeno un altro esterno. Se non due. Nessuno fra quelli accostati ai giallorossi in questi due mesi di mercato, ma l’identikit è chiaro: mancino che gioca a destra, cartellino da massimo 20-25 milioni e stipendio non esagerato. Pallotta si fida totalmente dello spagnolo, che incassa i complimenti e ringrazia: «È sempre bello quando il presidente parla bene di un dirigente. Devo ancora fare molto per conseguire ciò che ho in mente». Prendere Mahrez, ad esempio, lo farebbe sentire pienamente soddisfatto di questa prima campagna acquisti da romanista.
Ma il Leicester non molla. «Riyad è un nostro giocatore– ribadisce il tecnico Shakespeare – fino a quando non mi verrà detto il contrario dalla società. Si sta allenando bene e si vede dalle prestazioni in campo. È stato molto onesto nel dire che vorrebbe andare in un grande club: noi siamo consapevoli della situazione ma finché non otterremo un’offerta appropriata rimarrà qui». E ieri non ha avuto dubbi a schierarlo per 90 minuti nell’amichevole persa dal Leicester 1-0 col Wolverhampton. Mentre firmava autografi, all’attaccante è stato chiesto se si sente vicino alla Roma: in risposta non è arrivata né una parola, né una smorfia. Di Francesco attende fiducioso. Sperando di ricevere in regalo dal mercato anche un altro difensore. «Come ha detto Monchi la priorità è l’esterno, poi valuteremo un centrale in più». A prescindere dai tormenti di Manolas.