Amra, Una e Sofia, cioè la moglie e le figlie, lo aspettavano a casa, la Roma invece lo aspettava nella partita più importante di questo precampionato. Ed Edin Dzeko ha risposto presente, perché quella contro la Juve non è mai davvero solo un’amichevole. E lui, in Italia da due anni, ormai lo ha compreso bene, tanto che è stato uno di quelli che, oltre al gol, ci ha messo anche cattiveria e spirito agonistico rischiando, col gomito alto su Chiellini, persino un po’ troppo. Ma Edin, ormai, sembra essersi scrollato di dosso la fama di bravo ragazzo a tutti i costi: la risposta a Spalletti a Pescara, la lite con Manolas con la Bosnia ma anche, e questa per la Roma è l’unica cosa che davvero conta, la capacità di rispondere alle critiche, respingendole tutte a suon di reti. Quest’anno dovrà replicare perché, parole sue prima di lasciare gli States, la Serie A sarà «più bella ma anche più difficile rispetto al passato»
NESSUNA PRESSIONE – Ben contento di aver riabbracciato l’amico Kolarov («in Premier mi ha fatto molti assist, sono felice che sia qui»), Dzeko è tranquillo nonostante da lui Di Francesco si aspetti tanto: «La pressione c’è sempre, purtroppo se noi attaccanti non facciamo i gol che uno si aspetta siamo sempre lì, giudicati. C’è pressione, ovviamente, ma per me non è niente di nuovo». Nulla di paragonabile, quindi, rispetto a un anno fa, quando solo lui e Spalletti credevano che fosse possibile dimenticare il fallimento della prima stagione. Dzeko, 39 reti tra campionato e coppe, ce l’ha fatta, adesso deve essere la Roma a far dimenticare dieci anni senza vittorie. La strada, secondo l’attaccante bosniaco, è quella giusta: «Abbiamo fatto bene in queste tre partite, ma in realtà non esistono amichevoli vere e proprie. C’è sempre voglia di vincere e noi l’abbiamo, poi in questo periodo ci siamo anche allenati nel modo giusto».
VERSO LA CHAMPIONS – Campione di Germania con il Wolfsburg e d’Inghilterra con il Manchester City, Dzeko sogna la tripletta e quindi di mettere in bacheca anche la Serie A. L’idea, però, di tornare a giocare la Champions, dopo un anno di purgatorio chiamato Europa League, è altrettanto stimolante: «A mio parere è sempre meglio affrontare squadre forti, come quelle incontrate negli States. Faremo la Champions e dovremo farci trovare pronti». Pronto lo è anche Ünder, secondo Dzeko «un ragazzo molto forte. E’ davvero bravo, ma è anche molto giovane e qui può imparare molto. Senza fretta». Fretta non ne ha neanche suo figlio, che nascerà tra poco, il primo maschio della famiglia. Famiglia che, tra l’altro, a Roma ha messo radici, visto che Edin e sua moglie hanno acquistato da poco una villa a Casal Palocco. La risposta più chiara a chi diceva che Dzeko avesse già voglia di andare in un campionato esotico a contare soldi e gol facili.