Avanti piano, ma comunque avanti. E a Trigoria, senza gite in Spagna. Stephan El Shaarawy e la Roma hanno messo su un piano B che suona più o meno così, per combattere quel maledetto mal di schiena: il Faraone non parteciperà alla mini tournée in Spagna. Non è una buona notizia, perché a conti fatti vuol dire che Di Francesco arriverà all’esordio in campionato senza aver avuto mai la possibilità di testare in partita il suo attaccante. Il bicchiere è mezzo pieno solo a leggerla così: tra una settimana, alrientro da Vigo, El Shaarawy sarà alla pari dei compagni dal punto di vista atletico, pronto finalmente a rientrare in gruppo. Perché – eccolo il piano B – non avendo potuto svolgere una preparazione normale, per il Faraone lo staff medico ha studiato un lavoro individuale, finalizzato a portarlo a un livello di condizione pari a quella del resto del gruppo.
I TEMPI – In soldoni: a Ferragosto ElSha sarà in campo al 100% e a un grado simile di condizione atletica rispetto ai compagni. Ma allo stesso tempo sarà anche al primo vero allenamento tecnico-tattico con Di Francesco. Troppo poco perché il nuovo allenatore lo possa utilizzare subito al massimo, sufficiente magari giusto per andare in panchina contro l’Atalanta. La fascia sinistra sarà roba di Diego Perotti, almeno inizialmente. E chissà che, ipotesi al momento mai messa in pratica dal nuovo allenatore ma da non scartare, sulla stessa corsia non possa entrare in ballottaggio anche Cengiz Under, che ha dimostrato di saper usare più che bene anche il piede destro.
QUALITÀ – Opzione futuribile, il presente è tutto di Perotti. E il futuro, nelle intenzioni, è comunque targato El Shaarawy. Quanto questo problema alla schiena possa aver disturbato Di Francesco, è immaginabile solo conoscendo la grande stima che il nuovo tecnico ha del suo attaccante. Nei ragionamenti con il direttore sportivo su dove e come ritoccare l’organico della scorsa stagione, Di Francesco non ha mai accennato alla possibilità di andare a mettere le mani sulla fascia sinistra, al netto delle impronosticabili offerte di mercato. Perché l’accoppiata dei due giocatori – Perotti ed ElSha – la ritiene perfetta, due esterni con caratteristiche diverse che si completano, in grado di garantire soluzioni diverse a seconda del tipo di partita. Sulla «tipologia» di El Shaarawy, invece, non c’è dubbio che sia probabilmente l’attaccante dell’organico di Di Francesco più bravo ad attaccare la profondità e dunque la porta avversaria, qualità che l’ex allenatore del Sassuolo richiede molto ai suoi esterni offensivi. Sisarebbe visto già qualcosa se il mal di schiena non lo avesse tormentato. Ora l’attesa sta per finire. La rincorsa inizia a Ferragosto. E il traguardo è un obiettivo ambizioso: il Faraone vuole tornare alle medie realizzative del suo secondo campionato di Serie A con il Milan, quando chiuse a 16 reti in campionato, 19 stagionali. La stagione scorsa s’è fermato a 12, 8 in campionato, terzo giocatore giallorosso per rapporto minuti giocati/gol segnati dell’intera rosa. Ce n’è abbastanza per aspettarlo con ansia.