A Trigoria si era già affacciato prima di Ferragosto, per iniziare ad organizzare il proprio futuro da dirigente. E a Trigoria tornerà oggi, ma questa volta sarà diverso. Nel senso che da oggi Francesco Totti inizia davvero la sua carriera da dirigente e lo fa in una settimana particolare. Subito dopo il doppio schiaffo ricevuto dalla Roma in Spagna ed alla vigilia di una trasferta come quella di Bergamo, che per lui ha un sapore del tutto particolare, visto quello che successe lì due stagioni col tecnico Luciano Spalletti.
VIVA LA FRANCE – Totti rimane comunque famoso al punto che ieri a Marsiglia il tecnico Rudi Garcia, incontrando il premier Macron, gli ha regalato proprio la maglia numero 10 del (ex) capitano, che ha passato il Ferragosto a Ponza con la famiglia, dove si è anche prestato a qualche magia delle sue. Tipo quel pallone calciato da uno yacht all’altro con precisione e stile, che sui social è diventato subito video di tendenza. E proprio della sua vacanza racconta il settimanale Oggi con foto e retroscena, oltre che con alcune confidenze personali di Maurizio Costanzo, grande amico. «Francesco ha rifiutato cifre astronomiche offerte da squadre di Dubai e del Giappone… – ha detto il conduttore tv – Lui ha una vera dipendenza dalla Roma, peggiore di quella che chiunque potrebbe avere da una qualsiasi sostanza. Non mi stupirei se per restituire a Roma quello che Roma gli ha dato si spendesse in prima persona per il progetto del nuovo stadio. È un tema controverso, caratterizzato da spinte e controspinte legate a interessi politici. Francesco è figura unificante che può essere utile alla realizzazione del progetto».
A BERGAMO – Per ora Totti spenderà il suo tempo sul lato che conosce meglio, quello tecnico. «Francesco sa fare squadra, dovrà solo cambiare attitudine, accettare di non essere più il numero uno ma “uno dei”, facendo un passo indietro – ha detto Oggi Damiano Tommasi – Sarà lui il primo a volersi mettere alla prova in ruoli diversi per trovare quello in cui dare un contributo all’altezza del suo nome. Non deve avere fretta». Per ora, la fretta lo porta di nuovo a Bergamo, dove 2 stagioni fa Spalletti lo accusò di non essere professionista esemplare e di fare le ore piccole giocando a carte e tenendo svegli i compagni. Lui, però, sul campo aveva già salvato la Roma con una prestazione magistrale. Fu l’inizio di un finale gigantesco, che gli garantì l’ultimo rinnovo contrattuale. Il Totti dirigente riparte proprio da qui.