Una sterzata culturale. E’ questo il primo compito che Eusebio Di Francesco sta provando a produrre nella Roma, senza inventare formule magiche ma promuovendo una diversa cultura del lavoro e della programmazione. Non è un caso che, dopo la brutta sconfitta di Vigo, abbia denunciato errori di «atteggiamento», parola ripetuta più volte, e di «problema di testa», che derivano da un’abitudine forse troppo radicata tra i giocatori a sottovalutare certi impegni, a non vivere tutti gli allenamenti con la stessa partecipazione e la medesima intensità.
TEST – Il lato positivo è che, dopo aver preso quattro ceffoni dal Celta nella prova generale, la Roma vivrà la prima a Bergamo con lo spirito di chi deve affrontare il Real Madrid. Perché il Papu Gomez, nelle intercettazioni ambientali della vigilia, in questo momento fa paura quanto Cristiano Ronaldo. Eppure la Roma, al netto dei tre titolari che mancano tra infortuni e ritardi di mercato, ha una rosa di qualità (specialmente a centrocampo) che le dovrebbe permettere di cominciare il campionato con una solida base di ottimismo. Di Francesco ottimista lo è, di natura, anche perché si sente supportato nel suo lavoro di innovazione, che include naturalmente l’aspetto tattico, e con il vento benevolo dei suoi dirigenti alle spalle, compresi Totti e De Sanctis che si sono appena uniti al gruppo, è sicuro di venire a capo dei problemi che si sono manifestati durante l’estate.
PROGRESSIONE – Non vedremo a Bergamo la migliore Roma possibile. Questo no. Non se lo aspetta nemmeno il capo, che in un mese di allenamenti ha modificato non solo i sistemi di lavoro ma anche lo stile di gioco: il percorso culturale è anche apprendimento di un 4-3-3 molto diverso rispetto al recente passato, basato sull’aggressività e sulla verticalità, spregiudicato ma non scriteriato. Con Spalletti la Roma ha fatto 87 punti basandosi essenzialmente sulla velocità di Salah e sulla qualità dei singoli, da Dzeko a Nainggolan. Adesso Di Francesco sta impostando una squadra differente, con Nainggolan riportato sulla linea dei centrocampisti, una difesa che accorci il baricentro verso l’alto, un accerchiamento continuo del pallone quando questo è nei piedi degli avversari, per facilitare la ripartenza sulla trequarti avversaria.
IMPOSTAZIONE – La sfida di Di Francesco non è vincere subito – del resto la gestione Pallotta ancora non ha prodotto titoli – ma recuperare attraverso la qualità del gioco ciò che si perde sul piano dei singoli. La Roma è stata obbligata dalle esigenze di bilancio a ristrutturarsi, perdendo giocatori importanti o addirittura importantissimi. Con l’inventiva di Monchi e le idee di Di Francesco conta di competere ad alti livelli in campionato e di onorare la Champions League. Il calendario non è semplice, perché propone il confronto diretto con l’Inter di Spalletti dopo la trasferta di Bergamo, ma almeno consentirà alla Roma di mettersi alla prova già dalla prima giornata. Con i rinforzi giusti (attaccante esterno e difensore centrale) non avrà niente da invidiare alla squadra dell’anno scorso.