Un solo tiro in porta, seppur decisivo, visto che è stata la punizione vincente di Kolarov. Non accadeva dal 24 gennaio 2016, oltre un anno e mezzo fa, in quel Juventus-Roma che fu la prima trasferta dello Spalletti 2.0. È accaduto di nuovo proprio domenica a Bergamo, dove la produzione offensiva della Roma è stata davvero di scarso livello. Anche qui, in totale controtendenza con il calcio di Di Francesco, abituato a produrre occasioni da gol se non in serie, quasi. È tutto collegato, però. Nel senso che se la squadra fatica a costruire dal basso, è anche normale che poi davanti si faccia fatica. Più in generale, oggi le fortune offensive della Roma sembrano affidate ancora più di ieri a Edin Dzeko. Nel senso che il centravanti bosniaco sembra l’unico davvero in grado di garantire gol e pericolosità.
GLI ALTRI – Perotti, infatti, è ottimo nell’uno contro uno per la superiorità numerica, ma con il gol ha una confidenza limitata, al limite dell’insufficiente. Defrel, invece, in questo avvio di stagione sta giocando da esterno destro (l’unico squarcio da centravanti l’ha fatto nel primo tempo – nefasto – di Vigo) ed è normale che fatichi più del previsto a trovare la via della rete. Insomma, le cose potranno migliorare quando Monchi riuscirà a portare (se poi ci riuscirà) l’atteso esterno destro offensivo e quando El Shaarawy ritroverà la condizione, visto che il Faraone (causa una fastidiosa lombalgia) ha fatto il suo primo allenamento con la squadra appena una settimana fa. E poi c’è il giovane Under, uno che i numeri ce li ha eccome. Deve però ancora capire tante cose, ad iniziare dal calcio italiano. Crescerà, ma ci vuole tempo. Nel frattempo, però, la Roma ha bisogno di gol. Subito.