Il nuovo contratto non è arrivato, i soldi dello Zenit neppure, né rubli né dollari: Kostas Manolas sembrava l’indiziato numero uno alla cessione e invece non solo è rimasto a Trigoria ma è anche il centrale su cui si basa la difesa di Di Francesco. A patto, ovviamente, che il greco torni ad essere quel giocatore che spesso, ma non sempre, si è ammirato a Roma, perché il primo tempo di Bergamo è piaciuto poco ad allenatore e tifosi giallorossi. Nella ripresa, invece, Manolas si è in gran parte riscattato e adesso dovrà mettere al servizio della squadra la sua esperienza e, soprattutto, la sua disponibilità.
PERCHÉ SÌ – Di Francesco, infatti, sta pensando di dare continuità alla scelta del finale contro l’Atalanta e quindi schierarlo terzino destro (a maggior ragione dopo l’infortunio di Nura: si è fermato in allenamento per una lesione muscolo-tendinea del bicipite femorale della coscia destra e starà fermo per circa due mesi). Il tecnico lo ha provato martedì, lo ha riprovato ieri. D’altronde, Manolas giocherebbe sul suo piede preferito, il destro, e avrebbe, anzi ha, il passo e il fisico per reggere uno come Perisic. È nettamente il più rapido tra i difensori giallorossi e nell’uno contro uno non ha paura di nessuno. E questo, in una squadra che inevitabilmente giocherà con un adattato o con un calciatore che non scende in campo da mesi – come Florenzi – sarà fondamentale. Oltre al lato tattico, quindi, conterà l’aspetto mentale e un Manolas che sulla corsa non ha niente da invidiare a nessuno può essere un’arma in più.
PERCHÉ NO – Bisognerà vedere, poi, come andranno questi ultimi allenamenti e in questo senso quello di oggi sarà fondamentale, visto che domani ci sarà soltanto la rifinitura. A quel punto Di Francesco farà le sue scelte, anche in base alla disponibilità di Manolas, che è uno che non ha paura a dire le cose in faccia, nello spogliatoio e anche pubblicamente. Certamente, la sua presenza farebbe restare la Roma più bloccata sulla fascia destra, e se dovesse giocare Defrel, come sembra, c’è il rischio che ci sia poca imprevedibilità, anche perché è difficile immaginare Manolas arrivare sul fondo e crossare, non esattamente la specialità della casa. A sinistra, invece, con Kolarov e uno tra Perotti ed El Shaarawy, ci sarebbe più possibilità di attaccare, e quindi di mettere più paura all’Inter.
IL FUTURO – Di certo, indipendentemente dalla posizione in cui giocherà, la Roma sabato sera avrà bisogno del miglior Manolas per arginare Spalletti e Icardi. Dopo tre mesi, lui come la squadra tornerà all’Olimpico dopo le lacrime del 28 maggio. Tra i calciatori, Kostas era uno di quelli più colpiti, forte di un legame con Totti nato in sordina e cresciuto nel corso degli anni. Manolas è legatissimo a Francesco e in questi giorni è uno di quelli che gli sta più vicino, basta vedere le foto di Bergamo per scorgerlo quasi sempre accanto all’ex numero 10. E chissà che non sia proprio Totti una delle chiavi per sciogliere il nodo contratto: Manolas, premi esclusi, guadagna meno di due milioni e il suo contratto scade nel 2019. Le trattative per il rinnovo si sono fermate, se ne riparlerà dopo l’estate, anche se i rapporti tra la Roma e il suo procuratore non sono idilliaci e il dietrofront con lo Zenit non ha aiutato.
DUBBI RUSSI – Manolas però, dopo la nascita della seconda figlia Flora, aveva troppi dubbi sul trasferimento in Russia e il problema sulla valuta di pagamento è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Questo però appartiene al passato, il presente si chiama Roma ma si chiama anche Inter. E una difesa tutta da scoprire, stando a quanto provato ieri, che dovrebbe vederlo insieme a Fazio, Juan Jesus e Kolarov.