La prima pietra deve essere ancora posata, ma la procura della Corte dei conti gioca d’anticipo e accende il suo faro sul nuovo stadio della Roma. Un atto dovuto, certo. Ma dal risvolto prettamente politico. Per la sindaca, la beffa è servita: il fascicolo sull’impianto che il club giallorosso e la Eurnova vorrebbero realizzare a Tor di Valle è figlio dell’esposto presentato dalla base del M5S, dall’architetto Francesco Sanvitto e dai grillini del tavolo urbanistica. Attivisti dal dente avvelenato in guerra con il Campidoglio. La bomba sul nuovo stadio della Roma — la seconda dopo il parere negativo espresso 15 giorni fa dal Mit fa sull’eliminazione dal progetto del ponte di Traiano in favore di quello dei Congressi — esplode a ridosso della nuova conferenza dei servizi. Sarà convocata nei prossimi giorni ed entro 90 giorni dovrà approvare o bocciare il progetto modificato secondo la volontà della giunta Raggi con la delibera di «novazione» dell’interesse pubblico contrattata per mesi con i proponenti. Ecco, proprio quell’atto è finito prima nel mirino degli attivisti 5S e ora sulla scrivania del procuratore regionale Andrea Lupi.
Per ora il fascicolo, che comprende anche un esposto presentato dai Radicali, è però destinato a riposare. In assenza del via libera della conferenza dei servizi all’inizio dei lavori, infatti, il danno erariale è solo un’ipotesi. Un’evenienza che comunque non impedirà ai magistrati contabili di iniziare a muoversi in sordina. Magari chiedendo una relazione sullo stadio al segretariato generale del Campidoglio. Comunque senza muovere la finanza. Se la Corte dei conti deciderà di approfondire l’istruttoria, dovrà prendere in considerazione le criticità sottolineate dalla frangia più ortodossa dei 5S. Secondo i grillini del tavolo Urbanistica, come si legge nel dettagliatissimo esposto, con la nuova delibera firmata dalla sindaca Virginia Raggi il Campidoglio finirà per pagare «con moneta urbanistica» aree che avrebbe dovuto ottenere gratuitamente, ricevendo peraltro meno opere pubbliche (il ponte che avrebbe dovuto congiungere lo stadio alla Roma-Fiumicino in testa) rispetto alle cubature concesse ai costruttori. Quindi la richiesta ai pm contabili: quantificare l’ipotetico danno erariale generato dalla giunta Raggi e valutare del risparmio che il Comune avrebbe potuto conseguire spostando lo stadio in un’altra area. Lungo la via del Mare, d’altronde, ci sono anche i terreni Armellini. Contro il loro esproprio, considerato un «regalo» ai privati, in consiglio comunale battagliavano proprio Raggi e gli altri tre consiglieri M5S. Era il 2014, al tempo occupavano gli scranni dell’opposizione.