Il periodo estivo, si sa, è il momento più propizio per fare nomine in sordina, ma in zone istituzionali strategiche. Come quella di Erasmo D’Angelis, molto vicino a Matteo Renzi, al ruolo di segretario generale dell’Autorità di Distretto idrografico dell’Italia centrale. D’Angelis, laurea in psicologia, da giovane giornalista a Il Manifesto, ha un passato ambientalista in Legambiente, ha diretto il servizio integrato idrico di Firenze, è stato consigliere regionale in Toscana e per un anno direttore de l’Unità, poi sottosegretario alle Infrastrutture nel governo Letta. Una nomina apparentemente di sottogoverno, una delle tante che si fanno, magari in vista della fine legislatura per presidiare qualche postazione, ma per D’Angelis si tratta, a ben guardare, di una mossa chiave per marcare da vicino Virginia Raggi e i Cinque Stelle, principalmente sulla questione dello Stadio della Roma e cioè una questione assai delicata per la giunta e su cui rischia molto. D’Angelis avrà un ruolo determinante nel rilascio delle autorizzazioni sul sito dove lo Stadio dovrebbe essere costituito; attualmente l’area prevista, ricordiamolo, è quella di Tor di Valle, a rischio esondazioni a causa del Tevere.
Le sue prime dichiarazioni che fanno riferimento alle “opere da completare prima della posa del primo mattone” non possono che mettere in apprensione il Presidente della AS Roma, James Pallotta, che della costruzione dello Stadio ha fatto il suo obiettivo chiave di permanenza a Roma ed anche a Virginia Raggi che, nonostante le giravolte sulla questione (presentò addirittura una denuncia insieme a Marcello De Vito, prima che cambiassero idea), deve gestire un nutrito fronte interno ostile alla costruzione che ha anche presentato un esposto alla Corte dei Conti, oltre a quello dei Radicali.