La Champions League, per la Roma della presidenza americana, è ancora un pianeta sconosciuto: 16 partite, 2 sole vittorie (all’Olimpico: 3-2 al Bayer Leverkusen il 4 novembre 2015, 5-1 al Cska Mosca il 17 settembre 2014), 6 pareggi e 8 sconfitte, 22 gol segnati e 36 subiti), massimo risultato raggiunto gli ottavi di finale nell’edizione 2015-2016 quando la squadra di Rudi Garcia si qualificò tra i fischi grazie allo 0-0 casalingo contro il Bate Borisov nell’ultima giornata e fu poi eliminata con un doppio 0-2 dal Real Madrid, dopo essere passata sotto la gestione di Luciano Spalletti. Non esattamente un percorso araldico, segnato anche dalle sconfitte contro il Bayern Monaco per 1-7 e contro il Barcellona per 1-6.
Il sorteggio, con la Roma in terza fascia, non è stato favorevole. La prima partita assomiglia già a un dentro o fuori e l’avversario è quell’Atletico Madrid, allenato dal Cholo Simeone, che nelle ultime quattro edizioni di Champions è stato due volte finalista, una volta semifinalista e una volta eliminato ai quarti di finale (48 partite, 29 vinte, 10 pareggiate e 9 perse). Una differenza di risultati e di esperienza a livello internazionale davvero significativa.
In una situazione simile sarebbe fondamentale l’aiuto del famoso dodicesimo uomo: il pubblico. La speranza della società giallorossa, invece, è quella di toccare quota 40mila spettatori con un bel rush finale di vendite nelle ultime ore. Finora, contando i 15 mila mini abbonamenti per le tre gare casalinghe e i 15 mila biglietti venduti, siamo a 30 mila. Pochi per la Champions League. Pochissimi pensando che, nella partita di mezzogiorno, ieri, l’Inter ne ha fatti quasi 60 mila contro la Spal. Naturalmente c’entra anche il caro prezzi: 40 euro per le curve, 50 per i distinti, 90 per le tribune. La diretta tv su Canale 5 (a meno di ripensamenti dell’ultima ora da parte di Mediaset) e le condizioni atmosferiche su Roma non aiutano di certo.
Il presidente James Pallotta sarà all’Olimpico, ma rischia di trovarlo mezzo vuoto. La sensazione è che, tutto preso dalle trattative con Comune e Regione per la complicata costruzione del nuovo stadio, gli sia sfuggito che il rapporto viscerale tra il pubblico giallorosso e la sua squadra si è modificato nel tempo. Un problema per (quasi) tutto il calcio italiano ma che, fino a pochi anni fa, non sembrava toccare Roma e la Roma. Neppure la rimozione delle barriere in curva ha riportato il pienone. C’è voluto l’addio al calcio di Francesco Totti per rivedere un Olimpico come ai vecchi tempi. La Roma, sicuramente, dovrà fare a meno di Schick, ma le condizioni dell’attaccante sono in miglioramento. Potrebbe recuperare in un paio di settimane. Aver saltato, per il maltempo, la partita contro la Sampdoria ha dato un piccolo vantaggio, in fatto di freschezza. L’Atletico, però, contro il Valencia ha tenuto a riposo Griezmann, Gabi e Godin. In più Simeone conosce il nostro calcio perfettamente. La sfida è molto difficile, vincerla sarebbe per la Roma un potente antidoto contro tutti i veleni.