Terzino, centrocampista o attaccante: Alessandro Florenzi è uno di quei giocatori che fanno la fortuna degli allenatori. Se ne sta rendendo conto anche Giampiero Ventura, che nel secondo tempo della gara contro Israele, con l’Italia in sofferenza ed in inferiorità numerica, lo ha schierato esterno destro di centrocampo, con compiti da difensore aggiunto, ma anche a sostegno degli attaccanti, come dimostra la grande giocata per Immobile che sta facendo il giro dei social network. Un Florenzi a tutta fascia, insomma, come lo è stato spesso nella Roma: partito intermedio di centrocampo con Zeman, Garcia lo ha schierato prima nel tridente e poi, per necessità, da terzino. Spalletti all’inizio di questa stagione ha parlato chiaro: «È un maestro – le parole del tecnico a Pinzolo – quando gioca dietro la linea dei difensori avversari, possibilmente partendo da sinistra». Un’idea che per necessità – l’infortunio di Mario Rui e l’assenza di un terzino destro di ruolo prima dell’arrivo di Bruno Peres – non è riuscito ancora a mettere in pratica.
Potrà farlo in pianta stabile quando rientreranno Ruediger, che sta aumentando i carichi di lavoro e punta al rientro a fine ottobre, e Mario Rui, che ieri ha cambiato numero di maglia passando dalla 22 alla 21, anche se in teoria Florenzi potrebbe giocare più avanzato già da domenica contro la Sampdoria, quando sulle fasce dovrebbero esserci Bruno Peres e Juan Jesus. «Potrei riportarlo a centrocampo», ha dichiarato il tecnico dopo l’amichevole con il San Lorenzo, anche se molto dipenderà dal modulo che deciderà di utilizzare contro il suo amico Giampaolo. Florenzi è in ballottaggio per il ruolo di esterno nel 4-2-3-1 o 4-2-4 (anche ieri Perotti si è allenato a parte, a Trigoria c’è un po’ di preoccupazione). Nel 4-3-3 può fare l’intermedio o giocare nel tridente, oltre che da esterno basso. Ieri è tornato a Trigoria: «Quando giochiamo da guerrieri ci battono in pochi», ha detto riferendosi agli azzurri. Un concetto che non sfigurerebbe nello spogliatoio romanista.