Quando nella Roma si è insediato Eusebio Di Francesco, è partito subito l’inevitabile dilemma: «Che ne sarà di Peres?». Bruno era in balia della critica, per certi versi anche giusta, e molti lo davano (o lo volevano) come partente. Il clima era diventato insostenibile, così come certe sue prestazioni. Eusebio quel giorno, a domanda rispose semplice semplice, come del resto è il suo modo di comunicare: «Ci voglio lavorare». E da lì, è cominciata la ripartenza. La Roma prende Karsdorp, che ancora non è stato impiegato visto l’intervento al ginocchio e i problemi muscolari conseguenti. Bruno è con Di Francesco dal luglio, dal raduno a Trigoria. Ha lavorato, ha giocato molto e – ad esempio – la sua assenza contro l’Inter ha messo in un mare di guai l’allenatore che, a destra, ha dovuto far giocare Juan Jesus. Ora che è tornato Florenzi, là ce ne sono due e la situazione è migliorata. Ma due parole su questo ragazzo è il caso di spenderle.
IMPERFEZIONI – Non sarà perfetto, non sarà (mai) Maicon, ma fino a ora sta facendo il suo. A destra, la Roma ha sempre sofferto poco o comunque (come contro l’Atletico Madrid) l’ha sfangata e nelle sue tre presenze complessive la squadra non ha mai preso gol (e lui ha fatto un assist vincente). Poi, la fesseria la commette, vedi il pallone perso a Benevento, che per poco non mandava in gol Cataldi, ma almeno in fase offensiva riesce a dare qualcosa in più rispetto a quello che (non) gli riusciva lo scorso anno. Non è devastante come Kolarov, non è amato come Florenzi, però ora è il titolare della Roma, in alternanza con Florenzi, appena tornato e da gestire con cautela. Eusebio se lo tiene stretto e continua a lavorarci, perché certi pericolosi difetti vanno eliminati. Ma ad oggi possiamo dire che il lavoro effettuato in questi mesi qualche risultato lo ha portato. Peres ora crossa, dribbla, accompagna l’azione con maggiore sicurezza. E non ha bisogno di far cambiare modulo alla squadra per potersi ritagliare in campo una posizione degna. Gioca nei quattro, interpretando il ruolo alla brasiliana. Per ora si sentono un po’ di applausi in più e qualche fischio in meno. Ed è già un punto di ripartenza.