(…) In estate ha venduto tanto: più soddisfatto per il denaro incassato o teme di aver indebolito troppo la rosa? “Tanti presidenti investono molto perché si innamorano dei calciatori, è successo anche a me con Muriel. Non volevo venderlo, ma alcuni devono cambiare aria per spiccare il volo. Luis è andato via perché ho anteposto la sua felicità alla mia”.
Vale lo stesso per Schick? “Non voleva rimanere, altrimenti lo avrei tenuto un altro anno. Il problema di questi giocatori sono i procuratori, che li trattano come fossero opere d’arte, ma hanno solo 20 anni”.
Perché proprio alla Roma? “Lo volevano tutti: Monaco, Psg, Juventus, Roma. In giallorosso potrà diventare un principino. Ma sarò onesto: senza il blocco del governo cinese oggi sarebbe all’Inter con Skriniar”.
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Qual è il sogno nel cassetto?
“Vorrei vincere qualcosa con la Samp. Poi, con un bel trofeo in bacheca, potrei anche regalarla”.
E il sogno extra-Samp? “Sono romano e romanista, sogno di comprare la Roma. Io farei l’ottavo Re e Totti l’Imperatore”.
Ne parli con Pallotta? “Non si chiama Pallotta, ma Parlotta. Dai scherzo (ride, ndr), io nemmeno lo conosco…”.