Avviso ai naviganti: a dispetto di tanti pronostici, la Roma è pronta a iscriversi alla corsa scudetto. E non lo fa in base ai classici indicatori di iniziò stagione – fatturato, mercato, monte ingaggi – ma alla luce di prestazioni via via più scintillanti, che dopo 5 partite giocate pongono la squadra di Di Francesco avanti anche al gruppo di Spalletti dello scorso anno (12 punti a 10). Stavolta a farne le spese è una derelitta Udinese, seppellita da un 3-1 santificato dal gol di Dzeko e dalla doppietta del redivivo El Shaarawy, a cui segue la rete di Larsen. Quanto basta per rilanciare la Roma e per mettere Delneri a rischio, visto i 5 k.o. in 6 match. A meno di immediati ribaltoni, con la Samp si giocherà tutto, e i nomi che ruotano sono Reja (soprattutto), Ballardini e Marino, anche se il sogno resta Guidolin.
LA SESTA DI DZEKO Entrambi gli allenatori si affidano a un robusto turnover rispetto all’ultimo match. I giallorossi cambiano 5 titolari; stessa quantità scelta dai friulani, che però giubilano anche il portiere Scuffet a vantaggio di Bizzarri. Se nel 4-3-3 della Roma Perotti per un tempo fa l’esterno destro – posizione che ama meno – e Nainggolan, agisce tra le linee, spesso da trequartista, per l’Udinese il 4-4-2 di partenza, è meno rigido rispetto al passato, visto che in fase offensiva Behrami (spento) resta più basso, mentre De Paul si affianca a Maxi Lopez e Lasagna, che in copertura scende sulla mediana. L’Udinese pare stare sul pezzo, visto che dopo una trentina di secondi Jankto impegna già Alisson, ma è un fuoco di paglia, perché al 12’ la Roma è già in vantaggio, grazie a una caparbia azione sulla trequarti di Nainggolan che, da terra, serve solo davanti a Bizzarri il solito Dzeko, giunto al 6° gol in campionato e al 22° nelle ultime 22 partite di A. Il meccanismo friulano così è già inceppato, con le fasce che si aprono per le scorribande di Perotti e Florenzi sulla destra, tant’è che Bizzarri deve intervenire un altro paio di volte su Dzeko. Intendiamoci, in fase offensiva la squadra di Del Neri dà dei segnali di esistenza in vita sopratutto con De Paul, che al 25’ dribbla Kolarov e serve Maxi Lopez per un facile tiro, e al 39’ tira a botta sicura se a salvare non intervenisse De Rossi. Ma è la qualità che fa la differenza, e così al 30’ Dzeko si libera di Angella e dà una palla al centro per El Shaarawy, che con un bel tocco di destro scavalca il portiere e raddoppia (30’). È la rinascita del Faraone, che segna anche il 3° gol seguendo un’azione innescata da una rabona di Perotti su cui Larsen apparecchia goffamente la palla all’attaccante. Morale: al 45’ la partita è già finita.
ERRORE PEROTTI Non sappiamo quanto l’appagamento giallorosso aiuti l’Udinese, però il passaggio al 3-5-1-1 (poi 3-5-2) e gli ingressi di Pezzella e Fofana migliorano la squadra di Delneri, che riesce a fare maggior densità a centrocampo in cui De Paul e Jankto – con l’uscita di Lasagna – a turno vanno ad affiancare Maxi Lopez. Intendiamoci, niente di trascendentale, però al 9’ Larsen sfiora il palo su assist di Pezzella, mentre al 30’ il neo entrato Bajic impegna Alisson e, sul successivo angolo, Nuytinck di testa colpisce la traversa. Con le praterie che ci sono, però, è la Roma che sfiora il poker soprattutto con Dzeko e il subentrato Defrel, ed in entrambi le volte è bravo Bizzarri. L’occasione più grande è però al 43’, quando Perotti calcia un rigore che si era procurato per un intervento in ritardo di Angella; dal dischetto però l’argentino colpisce il palo. Prima del fischio finale, però, c’è il tempo di annotare il bel lancio di Nuytnic che pesca Larsen (tenuto in gioco da Moreno) per il gol della bandiera. Che non appanna la festa giallorossa e non accresce il morale bianconero.