La notte è da lupi per il meteo, con pioggia incessante e raffiche di vento freddo, ma anche per il risultato: la Roma torna a festeggiare una vittoria esterna in Champions League dopo sette anni e in generale conquista il terzo successo nel torneo in 18 partite. E’ qualcosa di solido, è un punto di partenza, ma non basta per esultare in questo stadio magnifico con un pubblico, quello azero, che nel finale ha sognato anche il pareggio del Qarabag sul colpo di testa del sudafricano Ndlovu. Eusebio Di Francesco ammette le difficoltà ma chiude con un appello la conferenza stampa, smarcandosi abilmente dalla domanda di un giornalista di Baku: «Chiedo più complimenti che processi per la mia squadra, che ha bisogno di sostegno».
SPIEGAZIONE – Perché la Champions va compresa: «Se la Roma non vinceva da così tanto in questa competizione ci dev’essere un motivo. Dobbiamo abituarci a questo tipo di partite, acquisire mentalità. Invece ci siamo complicati la vita, rafforzando l’entusiasmo dei nostri avversari che hanno fatto leva sul loro pubblico. Ma l’importante era vincere e ci siamo riusciti. Peraltro, a parte il colpo di testa nel finale, non mi sembra che abbiamo concesso molto». L’analisi psicologica va anche oltre: «Ci vuole tempo per completare un percorso di crescita. Lo scorso anno questa squadra non è entrata in Champions, adesso ha fatto quattro punti in due partite del girone. La lezione della serata è che non bisogna mai sottovalutare gli avversari, nemmeno quando ti senti padrone della situazione come è successo a noi qui».
PROMOSSI – Ecco, la difesa gli è piaciuta: «Sono stati bravi come reparto, hanno tenuto la linea alta mettendo spesso in fuorigioco gli attaccanti. Magari hanno fatto troppi lanci lunghi nel secondo tempo. E questo non va bene. Però succede perché forse i difensori non trovavano giocate giuste per iniziative differenti…». Non a caso Juan Jesus è stato il giocatore della Roma a gestire più palloni. Un centrale, non il regista Gonalons: «Capita di sbagliare le partite. Max ha commesso un errore sul loro gol e poi ha giocato condizionato. Ma non sono preoccupato perché so che quando lo richiamerò in causa farà una grande figura».
EMERGENZA – Di Francesco è invece dispiaciuto per l’epidemia di infortuni: dopo Perotti è toccato anche a Defrel fermarsi per un problema muscolare in questa trasferta azera. Tutti e due salteranno il Milan, creando un buco sulla casella destra dell’attacco: «Non è stato un viaggio agevole. Anche per il lungo volo. Questo ha creato problemi a Perotti e Defrel che non ci saranno contro il Milan. Sono sereno comunque: ci sono Ünder e Florenzi. Vedremo chi giocherà. Però certo dispiace non avere un’ampia possibilità di scelta: sarò obbligato a utilizzare molti dei giocatori che abbiamo visto a Baku». Curiosamente si è infortunato anche lui: ha preso un colpo al ginocchio in panchina ed è uscito dallo stadio con una visibile fasciatura sulla gamba.