Dopo aver appurato che anche in Azerbaijan hanno stadi più belli dei nostri, torno per un attimo alla gestione dell’ordine pubblico allo Stadio Olimpico. In nome della “sicurezza” si multano per 167 € i lanciacori che si arrampicano, a proprio rischio e pericolo, su una balaustra da cui non è mai caduto nessuno e che poi consente di alzarsi solo a 50 o 60 centimetri da terra. Sempre in nome della “sicurezza”, ci sono i filtraggi nel prepartita. Ora, specie nelle partite serali infrasettimanali, i tifosi arrivano all’ultimo, nonostante gli avvisi della società di arrivare per tempo. Io stesso arrivo 15-20 minuti prima, da un lato perché lavoro, dall’altro perché è ormai inutile arrivare tanto tempo prima in uno stadio che non ha problemi di capienza e dove non c’è granché. Un tempo si ingannava l’attesa prendendosi in giro con i tifosi avversari e predisponendo il materiale del tifo, ora c’è la copritutto musica prepartita, i tifosi avversari sono così pochi che manco vale la pena e il materiale del tifo sappiamo che fine ha fatto. Bene, tornando ai prefiltraggi, credo che gli stessi debbano essere calibrati anche sul momento storico che si sta vivendo. È già accaduto nel corso di questa stagione (persino a Roma-Chapecoense) che al primo prefiltraggio davanti all’obelisco, per intenderci, si formino lunghe e disordinate file, con conseguente assembramento di folla in una zona in cui, giungendo con un furgone a tutta velocità da Ponte Duca d’Aosta, non inibito al traffico, si potrebbe – Isis style – far fuori un cospicuo numero di spettatori che attendono di entrare.
Ecco, più che sulle multe, forse bisognerebbe focalizzarsi su questo tipo di rischi, senz’altro più elevati rispetto a un giovincello che può cadere mentre fa un coro. Il primo prefiltraggio, quindi, dovrebbe essere rapido, in modo di far entrare in una prima area di sicurezza gli spettatori, dopo di ciò – ancora a distanza dai tornelli di ingresso – si può pensare ad un filtraggio più approfondito in una zona in cui il furgone di cui sopra non potrebbe più entrare per via dei cancelli che inibiscono il transito. Invece già al primo prefiltraggio viene controllata la corrispondenza del nome sul biglietto/abbonamento al proprio documento, con conseguente rallentamento: quindi, per evitare che un soggetto (che poi dovrà comunque passare da un tornello in cui lo fotograferanno a sua insaputa e poco più avanti gli controlleranno di nuovo i documenti) entri con il biglietto di un altro, si crea una situazione di pericolo più grave. Tra poco ci sarà Roma-Chelsea: si spera che il pubblico romanista risponda al richiamo della squadra in misura maggiore rispetto a quanto avvenuto con l’Atletico Madrid. Quello sarà un banco di prova per la gestione della folla, auspicando che nella scala dei valori di chi organizza l’evento venga posta per prima la vera incolumità degli spettatori e non, come invece accade oggi, in modo pretestuoso si colpisca solo chi cerca di creare un ambiente consono a uno stadio più che a un acquario.