Se Totti è rimasto impressionato dall’accoglienza ricevuta a Tbilisi, i suoi ex colleghi sono rimasti stregati dalle sue condizioni fisiche e dalla sua determinazione. «Gli abbiamo detto in tanti la stessa cosa – racconta Vincent Candela -, non esagerare con le magie. Altrimenti poi la Roma ti richiama…». Alla Dinamo Arena c’è stato il gol, bellissimo, che Abbiati aveva quasi profetizzato in ascensore, mentre tornava in camera a prepararsi per andare allo stadio: «Spero che non mi segni». Perché, passateci il gioco di parole, potrebbe essere un segno alla vigilia di Milan-Roma.
SCHERZI – Ed è perfettamente logico che, con tanti ex legati alle due squadre, l’argomento della partita di stasera sia uscito nelle conversazioni giocose. Hanno scherzato Totti e Shevchenko, simili nel talento e ne carattere (del resto sono nati nello stesso mese e nello stesso anno ma a due giorni di distanza), ma anche gli altri. Tutti comunque hanno vissuto con grande passione la giornata georgiana, che si è conclusa a tarda notte dopo una cena organizzata da Kaladze con gli sponsor dell’evento benefico.
VIAGGIO – Ieri all’ora di pranzo Totti era di nuovo al lavoro: ha anticipato la Roma a Milano e stasera, per la seconda volta in quattro giorni, sarà in tribuna a San Siro. In una veste interessata però. Alla fine di una settimana intensa tra le emozioni del compleanno e quelle del ritorno in campo davanti a una platea adorante di 50.000 persone, Totti dovrà rispolverare i vestiti eleganti per accompagnare la squadra nella seconda trasferta ufficiale della sua vita da dirigente. La settimana prossima poi si siederà di nuovo sui banchi di scuola per seguire il corso da allenatore: non è una strada che ha scelto in via definitiva ma non è nemmeno l’ultima delle ipotesi per il suo futuro. Questo è il momento di studiare tutto per poi individuare la materia preferita.
SCIA – Intanto in Georgia non si è assopita l’eco per la partita delle stelle mondiali. I giornali ieri davano grande spazio all’evento e soprattutto a Totti e Shevchenko, i giocatori più amati. «In tanti qui sono diventati romanisti grazie a Francesco» ricorda Kaladze che da domani riprenderà la campagna elettorale per diventare sindaco di Tbilisi. Totti è un marchio che ormai, secondo i calcoli delle persone che ne gestiscono l’area commerciale, ha raggiunto un grado di popolarità praticamente universale. Lo conoscono e in qualche modo ne hanno seguito il percorso di globalizzazione anche le persone che non si interessano al calcio, perché lo considerano un fenomeno di costume degno di interesse a prescindere. Gli unici Paesi dove Totti non arriva sono quelli in cui non si conosce l’esistenza del calcio. Considerando che gli stati sovrani nel mondo sono 196, la stima approssimativa garantisce a Totti una “copertura” del 95 per cento del globo. Secondo uno software progettato dal Mit, il prestigioso istituto di tecnologia del Massachusetts (casa Pallotta quindi), Totti è venticinquesimo nell’indice di popolarità tra tutti gli uomini del mondo nati dopo il 1970. Il primo in classifica è il rapper statunitense Eminem. E va beh, sono sempre americani.