«Non permettere la costruzione del ponte di Traiano, che dal nuovo stadio della Roma porterebbe direttamente sulla Roma-Fiumicino all’altezza del palazzo della Esso, sarebbe un’assurdità. Per problemi di sicurezza, in caso di un’evacuazione forzata dei tifosi, e anche per mancanza di vere alternative». Remo Calzona, ingegnere, professore ordinario di Tecnica delle Costruzioni alla Sapienza e uno dei maggiori progettisti di ponti, almeno un centinaio in Italia, dalle Alpi alla Sicilia, è tranchant. Il ponte di Traiano, la struttura che lui ha disegnato e che è stata riproposta con tutto il pacchetto del nuovo progetto dello stadio giallorosso alla conferenza dei servizi in Regione, non vorrebbe essere pagato dal Campidoglio, che ha dimezzato le cubature e che dunque non può chiedere altre infrastrutture alla società di patron Pallotta. «Ma questa operazione – spiega il professore – rischia di diventare un incubo e un calvario per i cinquantamila tifosi che per ogni partita della Roma confluiranno verso il nuovo impianto». Ed ecco il perché. Secondo Calzona l’alternativa, costituita dal futuro ponte dei Congressi, da tre corsie, in entrata verso il centro della città, e dal vecchio ponte della Magliana in uscita, non reggerà l’urto.
«Non solo – continua il progettista – il progetto del ponte dei Congressi, quello che era stato studiato per far arrivare e tornare gli operatori dall’areoporto verso la Nuvola di Fuksas, velocemente, passando per la Colombo e per via dell’Oceano Pacifico e poi scavalcando il Tevere verso la Roma-Fiumicino, non è stato approvato dal Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, che lo ha rimandato indietro al Campidoglio per approfondimenti tecnici e che ora verrà ripresentato, ma il ponte della Magliana ha più di 70 anni e dovrebbe essere ricollaudato». Nel maggio scorso infatti sono caduti intonaci e si sono viste fessurazioni delle strutture in cemento armato. «Strutture – sottolinea Calzona – iniziate a costruire nel 1930 e ultimate nel 1948 quando i materiali ultizzati erano di pessima qualità». Insomma, nella prossima conferenza dei servizi sul nuovo progetto dello stadio che ha avuto il placet della giunta 5 Stelle, quello del ponte Traiano sarà il nodo fondamentale da risolvere, anche perché rientrava nelle prescrizioni messe nero su bianco dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in quanto potrebbe far risparmiare ai tifosi e anche a tutti i romani almeno due chilometri all’andata e due al ritorno. Infatti dalla Cristoforo Colombo il percorso verso lo stadio che utilizzerebbe in uscita il ponte della Magliana e in entrata quello da costruire dei Congressi è di 8,520 chilometri, mentre l’altro, che passerebbe per il ponte di Traiano, che costerebbe 48 milioni più altrettanti per lo svincolo, è di 6,670. «Basta pensare – conclude il progettista – che il flusso di traffico sulla Roma-Fiumicino è di 10 milioni di macchine all’anno. Aumentarne l’intensità a partire da un unico punto, quello dei ponti della Magliana e dei Congressi, sarebbe un errore». Già, ma chi certificherà l’idoneità del vecchio ponte della Magliana? E, soprattutto, chi pagherà il nuovo di Traiano?