Sono orgogliosamente circondati. «Siamo al confine tra i feudi di Arsenal e Tottenham a nord e i luoghi di ritrovo dei tifosi di West Ham e Millwall a sud. Ma anche noi ci facciamo notare». Loro sono romanisti, si chiamano Lupi di Londra e vivono in trasferta. Tifo bello, tifo sano, tifo solidale. Loro stanno a Old Street, uno dei posti più trendy di Londra, dove gli incroci culturali (e a questo punto calcistici) si mescolano alla tradizione: più murales e fish and chips che Starbucks, da queste parti, tra odori di fritto, locali aperti h24 e artisti di strada. Loro hanno una fede e anche una sede: un pub che si chiama 333 Mother e raduna tutti i romanisti della zona quando c’è una partita da guardare in tv. Beh, tranne stasera che si presenta un’occasione chiamata Chelsea. «Siamo riusciti a garantire 35 biglietti per andare a Stamford Bridge. Purtroppo le richieste erano più del doppio» racconta Giorgio Scarfi, che per questo club affiliato all’Unione Tifosi Romanisti è molto più di un consigliere. Del direttivo è la vera e propria anima: «Molti di noi ovviamente andranno allo stadio. Ma per chi volesse venire al club, nessun problema. Si potrà vedere lo stesso la partita». Siete partiti per Londra senza trovare il biglietto? Fate un salto a Old Street.
LA STORIA – Giorgio ha 32 anni e sviluppa software per un’azienda digitale. E’ arrivato nel 2007 a Londra per imparare l’inglese, dopo essersi laureato in Scienze della Comunicazione. Poi, come tanti italiani, ha messo radici. Radici romaniste, da Villa Gordiani a East London. Ha sposato Manila, «conosciuta allo stadio Olimpico, a Roma vivevamo una a cento metri dall’altro», da cui si è fatta regalare un anticipo di viaggio di nozze un anno fa, a settembre: «Andiamo a Torino?». Detto, fatto. Sono partiti il sabato, hanno visto la Roma (perdere) contro il Torino, sono rientrati a Londra in tempo per andare a lavorare il lunedì mattina. Sono sacrifici normali per loro, i Lupi, fondati nel 2003 da un signore che si chiama Roberto Marroni, che resta presidente del club anche se si vede poco, essendo impegnato nella gestione di una catena di ristoranti etnici. «Ma siamo un gruppo di amici, una famiglia ormai. Non tutti romani peraltro». Come Gianluigi Donato, romanista di Vallo della Lucania. E fai due passi batti il cinque pure a Lorenzo, Matteo, Valerio, Valentina e gli altri componenti del direttivo del club. «Manca Alan, che oggi vive a New York. Ma se siamo ancora qui è merito anche suo».
AMORE – Seguono la Roma quando possono, loro. In branco, chiaro. «Riusciamo a vedere dal vivo tra le 10 e le 15 partite a stagione». Che non sono poche. A parte Chelsea-Roma od occasioni limitrofe, sono tutte trasferte internazionali. Ma ce n’è una ricorrente che serve a far del bene: alla fine di ogni campionato, i Lupi di Londra si incontrano a Roma con tutti i club scandinavi dando vita a un torneo di calciotto che si chiama “Nord Europa giallorosso”. Serve a raccogliere fondi da donare in beneficenza. Del resto a Giorgio e agli altri piace pure giocare a pallone: a Londra esiste una squadra che si chiama As Roma e che partecipa alla Supporters League con i tifosi delle altre squadre, soprattutto britanniche. Calcio a undici, calcio vero, riconosciuto anche dalla FA, la federcalcio inglese. Sono partiti dalla seconda divisione, da questa stagione fanno la Serie A: Giorgio crea, Gianluigi finalizza.