Partita a due facce. Perché?
“I primi 20′ la Roma ha fatto bene, non in maniera tambureggiante, ma bene. Abbiamo sbagliato il raddoppio e qualche palla di troppo, questo per prendere meriti personali; poi ci viene il ‘piedino’, qualche fischio e ci si impaurisce. Non abbiamo una grandissima personalità, spero di essere smentito, ma i fatti dicono questo. Poi è arrivato Totti, lui fa le cose per voler cambiare le cose, non per dire ‘l’ho fatto’ e allora cresce la personalità. Il nubifragio: terreno ottimo, nono ho mai visto un terreno filtrare tanta acqua in così poco tempo”.
Come si spiega il cambio di mentalità, esclusi i cambi? “Totti. Si spiega con Totti in campo. Finché non si trovano altri Totti non si può competere con le squadre più blasonate, e bisogna scrivere bene anche di altri giocatori, sennò non si troveranno mai altri Totti; e questo non vuol dire che ce l’ho con Francesco, anzi: se continua ad allenarsi così, può giocare anche l’anno prossimo. Dura anche cinque anni. Sono partito con Perotti ed El Shaarawy perché conosco bene Giampaolo e volevo andare alle spalle della sua difesa per eludere la pressione, poi mi è servito uno che non aveva il “piedino”. Ma ci sono altri giocatori a cui non viene il “piedino”: Salah, Strootman, Nainggolan…..devono dimostrarlo, per ora in alcune cose riesce solo lui”.
Come mai si deve ricominciare da zero sugli automatismi tattici? “Non si è ricominciato da zero. Quando si perde il possesso della partita gli altri ci creano problemi, bisogna andare avanti con forza”.