Il commento della presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello sul suo profilo Twitter apre la bufera: «Questa non è una curva, questo non è calcio, questo non è sport. Fuori gli antisemiti dagli stadi». Poi in serata le parole del ministro dello sport Lotti, della sindaca Raggi e del presidente della Regione Zingaretti sono dello stesso tenore: condanna totale degli adesivi antisemiti che sarebbero stati attaccati in curva Sud dagli ultras laziali per sfidare i colleghi giallorossi.
Nuovo caso per la tifoseria della Lazio che ora rischia sanzioni sportive visto che la Procura della Federcalcio ha aperto un’inchiesta sulle vetrate della curva Sud tappezzatte di adesivi antisemiti oltre che di immagini del gol di Lulic e di altri insulti nei riguardi dei romanisti. Sui fatti indaga anche la Digos. Ecco la cronaca: mercoledì sera si gioca Lazio-Cagliari, la Nord è squalificata per i «buh» ad Adjapong e Duncan, la società decide di riaprire la curva Sud e almeno tremila tifosi scelgono una parte del settore che di solito è occupato dagli ultras giallorossi. Va tutto bene durante la partita, niente ululati (c’era stato anche un comunicato degli Irriducibili per dissuadere gli ultras), poi a fine partita lo sfogo su Twitter del presidente del Maccabi romano Pavoncello che annunciava le immagini di Anna Frank con la maglia della Roma oltre ad altri adesivi che poi sono stati ritrovati attaccati alle vetrate dello stadio Olimpico. La conferma ieri mattina dagli addetti alla pulizia dell’impianto romano, la rabbia della comunità ebraica e il caso che diventa nazionale con l’apertura dell’inchiesta della Figc (possibile squalifica del settore più caldo per le prossime gare). Con il biglietto nominale dovrebbe essere facile arrivare ai presunti autori considerando anche che l’Olimpico è dotato di telecamere a circuito chiuso: potranno essere d’aiuto. In serata il comunicato della Questura: «Adesivi nei confronti dei tifosi della Roma, non segnalati dagli steward nella giornata di ieri, sono stati trovati su una vetrata all’interno della curva sud; alcuni di questi, peraltro, raffigurano Anna Frank con la maglietta della Roma, sono in corso da parte della Polizia Scientifica i rilievi del caso per le successive valutazioni».
Quindi, l’inchiesta Figc aspetterà i risultati di quella della Polizia e poi si capirà come siano andate realmente le cose. Dura la presa di posizione della Lazio da parte del responsabile della comunicazione Diaconale: «La Lazio condanna ogni forma di razzismo e antisemitismo. Ci sono indagini in corso da parte della Procura e della Polizia per accertare i fatti. Questa società sta crescendo, e non escludiamo che ci sia qualche malintenzionato che ci voglia danneggiare, oltre a qualche sconsiderato. Siamo sempre stati solidali alla comunità ebraica ed evidentemente ricucire i rapporti tra società e tifosi sta dando fastidio a qualcuno, ora che la Lazio sta andando molto bene».
E il presidente biancoceleste Lotito stamani sarà alla Sinagoga per portare una corona di fiori e ribadire la vicinanza del club alla comunità ebraica. Intanto gli Irriducibili della Lazio urlano la loro innocenza: «Rimaniamo stupiti – afferma Fabrizio Diabolik (uno dei leader della curva biancoceleste) – di tutto questo clamore mediatico. Non ci possiamo dissociare da ciò che non abbiamo fatto. Rimarchiamo che spesso quando andiamo nella nostra curva dopo che la Roma ha giocato in casa, troviamo adesivi simili da parte dei tifosi giallorossi con le medesime offese senza che nessuno le segnali. Ci sono sul web pagine facebook con Anna Frank che indossa la maglietta della Lazio, nel corso degli anni sono stati esposti in Sud striscioni antisemiti (con aberranti scritte su forni, oltre alla rima “laziale non mangia majale”, ndr) e non c’è mai stata tutta questa attenzione da parte dei media». Davvero una brutta storia e alla fine, come sempre, pagherà la Lazio la colpa di pochi. Sarebbe straordinario ed educativo se finalmente grazie a telecamere e biglietti nominali, possano essere colpiti solo gli autori di questo scempio