Ci teneva a giocare, quando è entrato il suo pensiero era far bella figura e aiutare la squadra. Per dimostrare che c’è ancora bisogno di lui. Francesco Totti ha lasciato il segno anche questa volta. Come sempre ha fatto nel finale dello scorso campionato, quando ha dato il suo contributo determinante per raggiungere il terzo posto. Ieri è entrato all’inizio della ripresa e Spalletti lo aveva già allertato durante il primo tempo, sull’1-1, con il temporale che cominciava a farsi minaccioso. «Dai, preparati, comincia a piovere, entri subito all’inizio della ripresa». La Roma stava soffrendo contro la Samp. Francesco è rimasto a scaldarsi, come se niente fosse. Con la grandine che picchiava sulla fronte e i calzettoni zuppi così tanto da risultare pesanti. Mentre i compagni impacciati cercavano inutilmente di aggiustare una partita che si stava mettendo male. Il capitano con Dzeko ha continuato ad allenarsi nel tunnel che conduce al terreno di gioco per tutti gli ottanta interminabili minuti tra il primo e il secondo tempo. Con loro il preparatore atletico Norman. Francesco aveva una voglia che si teneva dentro in questo inizio di stagione.
L’ATTESA L’eliminazione dalla Champions League, senza aver giocato neppure un minuto contro il Porto, in panchina anche nella gara di esordio all’Olimpico contro l’Udinese. Si aspettava l’esordio stagionale e durante la settimana aveva dimostrato di essere in condizione, era stato il migliore anche nell’amichevole contro il San Lorenzo. Tutto faceva pensare che sarebbe stato il primo cambio in attacco. Totti si era preparato bene dopo aver smaltito il leggero infortunio alla caviglia sinistra che lo aveva costretto a saltare la trasferta di Cagliari. Durante la sosta del campionato si è allenato sempre con i compagni, una volta anche da solo. Voleva dimostrare di poter essere ancora utile. E lo è stato. In quarantotto minuti tre tiri, un assist e cinque occasioni da gol. Appena è cominciato il secondo tempo Totti ha urlato a Salah: «Appena ho la palla parti, ti lancio per mandarti in porta». Lo ha fatto, come solo lui sa fare, calciando il pallone di prima senza neppure vedere dove fosse il compagno. Dallo scorso campionato a oggi ha realizzato cinque gol e tre assist nelle ultime otto partite giocate. Pur avendo a disposizione una manciata di minuti o al massimo metà partita.
RINGRAZIAMENTI Dopo aver realizzato il rigore è corso sotto la curva, si è tolto la maglia, l’ha mostrata ai tifosi, con orgoglio, come un vessillo. Giacomelli non lo ha ammonito per quella “condotta non regolamentare”. Subito dopo il rigore ha fischiato la fine della partita. Francesco è stato sommerso dall’affetto dei compagni, poi ha salutato Spalletti accennando un abbraccio. Ha lasciato l’Olimpico tenendo Cristian per mano, il figlio era venuto allo stadio con il nonno Enzo. Prima aveva salutato calorosamente Pallotta e Zecca. I due americani lo hanno abbracciato, Zecca ha ringraziato tutti i giocatori ed è sempre prodigo di consigli verso gli uomini dello scouting. Anche ieri Totti ha salvato la Roma, tutti gli devono essere grati. Qualcuno lo è controvoglia.
ALL’ESTERO Le sue gesta sono forse celebrate con maggiore enfasi all’estero. Ieri tutta Europa ha reso omaggio al grande campione giallorosso. «Immenso» è il titolo dello spagnolo As. «Ha cambiato la partita», ha scritto France Football. In Inghilterra il Daily Mail è sulla medesima lunghezza d’onda: «A quarant’anni ha dimostrato ancora una volta di avere le qualità necessarie a trasformare una gara». In Germania la Bild: «Totti è eterno», e anche Kicker lo esalta: «La leggenda Totti regala tre punti alla Roma».