Aver mantenuto la porta inviolata in otto partite su tredici – tra campionato e Champions League – non può essere un caso. Arrivato alla Roma con la fama di «zemaniano», Eusebio Di Francesco ha costruito la difesa meno battuta della serie A. Un lavoro di gruppo, che ha messo una base solida alla costruzione della nuova squadra, ma che va analizzato un po’ più in profondità. In campionato, infatti, ha subito meno gol di tutti (solo 5), ma ha già perso due volte negli scontri diretti contro Napoli e Inter che, non a caso, la precedono in classifica. In Champions League, invece, i giallorossi hanno subito 4 gare nelle prime tre partite e solo contro l’Atletico Madrid, all’Olimpico,sono riusciti nel «clean sheet». La partita di domani sera contro il Chelsea, in questo senso, potrà fare chiarezza sulla vera identità della Roma. Perché a Stamford Bridge ha giocato la miglior partita della sua stagione, creando calcio spettacolare ma subendo anche tre gol per il 3-3 finale. E perché, guardando classifica e calendario, Roma-Chelsea è diventata quasi una finale. Se la Roma dovesse vincere sarebbe praticamente qualificata e potrebbe puntare addirittura al primo posto nel girone; un pareggio o una sconfitta, invece, non sarebbero poi così diversi tra di loro: i giallorossi dovrebbero giocarsi tutto il 22 novembre, a Madrid, contro l’Atletico. Proprio per questo non è semplice prevedere come Di Francesco preparerà la partita. La gara di andata fa pensare che aggredire i Blues con il pressing alto sia la chiave giusta: a Stamford Bridge la difesa di Conte è stata messa in grande difficoltà. Conte, però, potrebbe recuperare un uomo fondamentale a centrocampo, cioè Kanté, e riportare David Luiz tra i centrali difensivi al posto del disastroso Christensen. Una squadra più compatta e logica, pronta a sfruttare gli spazi con la velocità di Hazard e la tecnica di Morata.
La certezza è che Di Francesco ha fatto abbondante uso di turnover per avere domani sera una squadra fresca: tra Crotone (mercoledì) e Bologna (sabato) ha cambiato otto uomini di movimento su dieci. Solo Dzeko e Fazio – oltre al portiere Alisson – hanno giocato tutte e due le partite. Fazio – ma il discorso vale anche per Dzeko – sarà sicuramente in campo anche domani sera. Le notizie, semmai, sono altre due: 1) dovrebbe fare coppia con Manolas, che ieri si è allenato con il gruppo, al rientro dopo l’infortunio contro il Napoli; 2) l’ argentino ha prolungato ieri il suo contratto fino al 2020. Il d.s. Monchi è stato il deus ex machina del rinnovo: «Abbiamo confermato uno dei pilastri della squadra». Fazio ha invece ribaditola sua fede nel metodo Di Francesco: «Per un difensore l’1-0 è il risultato perfetto. Meglio 1-0 che 3-2, anche se l’importante restano sempre i tre punti in tutte le partite. Abbiamo lavorato sulla fase difensiva sin dall’inizio: li lasciamo parlare, ci diceva Di Francesco, e noi intanto lavoriamo. La cosa importante è farlo insieme. È il mio secondo anno con Manolas e Jesus, il primo con Moreno. La comunicazione con Moreno è più facile, parlando entrambi spagnolo, quindi è facile adattarsi. Il turnover? La rotazione è molto importante, abbiamo tutti lo stesso obiettivo. Se non giochi una partita puoi giocare l’altra; se stai in panchina devi comunque essere pronto a entrare, come è successo a me contro il Napoli. Aiutarsi è molto importante. Il prolungamento? A Roma sto benissimo e ora so che resterò almeno fino al 2020. Contro il Chelsea? Dobbiamo essere intelligenti. Vogliamo i tre punti, ma anche uno è sempre meglio di zero».