Il messaggio è tutto fuorché criptico: «L’apertura dello Stadio di Tor di Valle per il 2020 è un auspicio al quale ci associamo», spiega al sito Pagine Romaniste il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Che aggiunge: «Se non si fosse cambiato il progetto, già sarebbe stato aperto il cantiere. Anch’io voglio che si apra, sbrighiamoci e rendiamoci conto che lo stadio bisogna farlo e bene. E permettere ai tifosi di arrivarci e uscirne in piena sicurezza, sennò si mette male». Mentre per la prossima settimana è previsto un incontro fra lo stesso Zingaretti e il sindaco di Roma, Virginia Raggi, oggi si vedono i rispettivi alfieri, i due assessori all’Urbanistica, Luca Montuori per il Campidoglio, e Michele Civita per via Cristoforo Colombo. Sul tavolo ci saranno più argomenti: i toponimi e alcune nuove norme da studiare, ma il piatto forte dell’incontro sarà il progetto Stadio, entrato nella nuova Conferenza dei Servizi da poche settimane. Inutile dirlo: la questione centrale è quella della mobilità o, se si preferisce, dei Ponti della discordia: se fare quello di Traiano (complanari dedicate sull’autostrada Roma-Fiumicino, più svincolo e ponte, costa un centinaio di milioni di euro che pagano i privati ai quali, in cambio, Marino riconosceva cubature e che la Raggi ha cancellato dalle opere di pubblico interesse) oppure «buttarsi» su quello dei Congressi (paga lo Stato, costa almeno 140 milioni, costruito sull’autostrada Roma-Fiumicino, all’altezza di via Newton, senso unico verso via del Mare).
Ancora Zingaretti: «Lo Stadio può dare tantissimo a Roma, in termini di riqualificazione, e alla Roma, un impianto di proprietà è un forte valore aggiunto. Non bisogna prendere in giro nessuno, a cominciare dai tifosi, che oltretutto ci mettono l’amore per questa grande squadra». L’incontro tecnico-politico fra i due Assessori è un tentativo di non arrivare al muro contro muro direttamente in Conferenza dei Servizi ma di trovare un ragionevole accordo. Le premesse, secondo quanto filtra dagli uffici, non sembrano le migliori: la Regione sa di avere in mano il potere di bocciare il progetto se non garantirà mobilità e sicurezza oppure, con un atto di forza, potrebbe reintrodurre il Ponte di Traiano e magari le cubature a compensazione. Ma si aprirebbe una infinita polemica mediatica, con i 5Stelle ad accusare Pd e Zingaretti di non volere lo Stadio (ritornello già adottato dai grillini nei mesi scorsi). Lato Campidoglio la reintroduzione del Ponte di Traiano sarebbe la sconfessione totale della linea Berdini-Raggi-Montuori (tagliamo le opere pubbliche per tagliare le cubature a compensazione) che ribadirebbe l’incapacità pentastellata ad amministrare la città. Sotto elezioni regionali sarebbero clave mediatiche che danneggerebbero tutti e due i contendenti. Un pareggio politico sarebbe la via d’uscita per entrambi ma, dagli uffici filtrano posizioni di arroccamento: il Comune trincerato nel «non ho cose nuove da aggiungere, per me sta tutto in delibera» e la Regione ferma nel «così il progetto non va». Oggi, quindi, Civita e Montuori proveranno a parlarsi. Pronti a passare subito al secondo punto all’ordine del giorno, se la conversazione fosse asfittica. In attesa che, la prossima settimana, sia ufficializzato il confronto al vertice, Sindaco-Presidente della Regione.