L’Europa fa grande Di Francesco. Mai la Roma prima d’ora aveva ottenuto 8 punti in 4 partite nel girone di Champions League, questo è il miglior parziale di sempre e porta la firma, forse inattesa e probabilmente sottovalutata, di Eusebio. Un tecnico giovane con una squadra matura, un allenatore che al grande salto in una big fa tremare il più navigato Conte riuscendo a trasmettere una mentalità vincente ai suoi giocatori, anche se arriva dal Sassuolo e la partita più importante della sua carriera l’ha giocata martedì sera. Ha portato un’identità tattica precisa a cui non è disposto a rinunciare nemmeno di fronte ai campioni d’Inghilterra, e per metterla in pratica serve soprattutto coraggio, quello di cui i giallorossi sentivano fortemente il bisogno. Solo una volta hanno fatto l’errore di abbandonare la strada maestra e Insigne li ha condannati: la paura non paga, la sfrontatezza (da non confondere con la presunzione) di questa squadra nel confronto con le grandi è sintomo di sicurezza e consapevolezza, fattori che favoriscono la crescita di un club. Due vittorie e due pareggi nel circuito internazionale hanno alzato l’asticella e l’obiettivo qualificazione non è più un orizzonte lontano in cui sperare ma un vero sogno da perseguire, e a questo punto anche da non fallire. Perché sarebbe davvero un peccato, e sarebbe pure complicato mandare tutto all’aria negli ultimi 180 minuti. La società ha fatto i calcoli e pur con grande scaramanzia li ha pubblicati: basta fare almeno un punto con l’Atletico nella trasferta del 22 novembre, oppure in casa col Qarabag a patto che gli spagnoli non battano i Blues, sennò?) ne servirebbero tre.
In realtà potrebbe anche perderle tutte, ma perché complicarsi la vita? La squadra di Eusebio ha dimostrato di poter vincere in Europa e di saperlo fare con una qualità di gioco che ha estasiato il pubblico: la Roma ha fatto gol-capolavoro in Champions, la perla di El Shaarawy ha reso l’ultima notte ancora più magica e non è da tutti segnare 6 volte al Chelsea. I giallorossi sono stati bravi a chiudere la partita e a gestire il risultato con un possesso palla ragionato dopo aver dato tutto per arrivare sul 3-0. Incredibile l’intensità mostrata in fase di non possesso, la velocità di gambe e di pensiero nonostante le tante fatiche accumulate per colpa di un calendario fitto che non permette quasi mai di fermarsi a riposare. Il regalo per la vittoria è stato proprio un giorno libero per la squadra, concesso da chi non ne ha l’aspetto ma è un vero e proprio sergente di ferro, molto più di Spalletti. E anche i carichi di lavoro dell’abruzzese sono più pesanti, ma l’etica del lavoro lo sta premiando. La «zemaniana» difesa alta a prescindere è un rischio calcolato e ha di poco «zemaniano» il risultato: 0 gol subiti in casa da Chelsea e Atletico, nona partita in 14 presenze per Alisson senza prendere gol e porta inviolata da 375 minuti. Nella maturità raggiunta in Europa sta la grandezza di Di Francesco: chapeau.