Adesso può dire con fierezza che questa è la sua Roma, che il calcio che propone è diventato un’idea affascinante anche per i suoi giocatori, che all’inizio hanno avuto qualche difficoltà nel passare da una mentalità a un’altra. Eusebio Di Francesco si gode la sua Roma, i complimenti che dopo la vittoria sul Chelsea gli arrivano anche dall’estero e non si preoccupa di cullare un sogno, alimentato anche ieri con la vittoria di Firenze. L’allenatore della Roma parte dalla parte più complicata del suo lavoro: «Adesso tutti i giocatori ci credono, fare entrare la mia idea di calcio nella loro testa è stata la cosa più difficile». Non perde mai il suo stile, allenatore gentiluomo, l’uomo nuovo del calcio italiano: «Avevo paura di questa trasferta perché si arrivava da una vittoria importante sul Chelsea, credevo che la Roma fosse un pò appagata e invece così non è stato, anche se abbiamo sbagliato troppo nel primo tempo. Abbiamo preso i gol quando ci siamo abbassati troppo. È stata una partita bella giocata ad alta intensità».
MENTALITÀ – Una vittoria che porta la Roma a cinque punti dal Napoli, con una partita da recuperare. Di Francesco dà prova di grande sportività: «La Fiorentina ha avuto grandi meriti, perché ha messo in campo molta qualità e vi assicuro che non è facile vincere qui. Nella ripresa dopo il 3-2 abbiamo preso campo, anche stando molto alti, con qualche rischio, ma è questa la mia mentalità». La mentalità trasferita alla squadra è l’aspetto che lo fa guardare avanti con fiducia: «È importante che nella Roma tutti si sentano coinvolti, sono molto contento dell’atteggiamento dei miei giocatori». Si vedono sprazzi di grande calcio, frutto delle sue idee: «Sul nostro primo gol il movimento di Dzeko ad accentrarsi è stato determinante. Poi sono stati bravi El Shaarawy e Gerson a fare quello che hanno fatto per far gol. Gerson non voglio che si fermi a questa partita: deve ancora migliorare. Nel secondo tempo si è visto quello che già avevamo mostrato durante la settimana. Nainggolan ha rubato due palle determinanti per i gol, a dimostrazione che il nostro spirito di sacrificio è stata la nostra forza. Con Gerson non mi accontento e lui deve fare lo stesso. Credo sia un ragazzo di grandi potenzialità, che io già seguivo ai tempi del Sassuolo quando giocava esterno alto, qui mi è stato presentato come centrocampista e direi che lo può fare, ma ha le qualità di poter fare benissimo anche questo ruolo». Pone una linea di confine tra il calcio di Spalletti e il suo: «Spalletti qui ha fatto un grandissimo lavoro, andava solo fatto capire ai ragazzi di poter fare un tipo di lavoro diverso. Come ad esempio un sacrificio in più da parte di Nainggolan. Adesso non farà i quindici gol dello scorso anno ma a centrocampo recupera tantissimi palloni. Bisogna entrare nella testa dei giocatori e i risultati aiutano». Anche Dzeko ha cambiato mentalità con Di Francesco: «Su tutti devo fare i complimenti a Edin. Ha fatto una rincorsa al 90′ per recuperare su un contropiede della Fiorentina, questo fa la differenza per ottenere qualcosa di importante: è determinante per la squadra».
PRONTI PER IL DERBY – E ora sotto con la Lazio, prossima avversaria alla ripresa del campionato: «Sarà un grande derby. Non sarà una partita come le altre, il derby non lo è mai. Prescinde da campionato e obiettivi, noi cercheremo di conquistare i tre punti».