La festa fiorentina è stata un po’ rovinata dall’infortunio del figlio Federico, che già domenica sera ha raggiunto a Bologna per trascorrere qualche ora in famiglia. Per il resto Eusebio Di Francesco non poteva chiedere di più al weekend: ha recuperato due punti a Napoli e Inter e ha trovato conferme nella solidità e nel carattere della sua Roma, che non si è fermata al Franchi dopo aver tritato il Chelsea (a proposito: Conte ha poi battuto il Manchester United, avvalorando i meriti romanisti in Champions League).
CRESCITA – Più in generale, il meteo a Trigoria è sensibilmente migliorato tra la sosta di ottobre e quella di novembre: non tanto grazie ai risultati in campionato, nel quale la Roma è rimasta al quinto posto con la partita da recuperare contro la Sampdoria guadagnando “solo” un punto sulla vetta a causa dello scontro diretto perso col Napoli; quanto grazie alla Champions League, dove la squadra si è quasi assicurata la qualificazione con due giornate d’anticipo in un girone difficilissimo senza perdere colpi in Italia.
SVILUPPO – E’ il segno del lavoro del nuovo allenatore. Che nonostante lo scetticismo preventivo ha cominciato la stagione con numeri superiori rispetto a Luciano Spalletti, arrivato a maggio con il record societario di punti in serie A (87) e con la squadra in Champions. Nelle prime 11 partite di campionato, Di Francesco ha conquistato addirittura 4 punti in più. E nell’autunno 2016 la Roma faceva l’Europa League, a causa del preliminare perso ad agosto contro il Porto, con meno energie disperse per le questioni domestiche.
CAMBIAMENTI – Di Francesco si presenta così al primo derby da allenatore con credenziali di assoluto rilievo. Il suo merito è aver trasmesso con pazienza le proprie idee senza vergognarsi di adattarle alle situazioni contingenti. Ha seguito un filo logico, sia nello spartito tattico che nella mentalità, ma ha anche saputo sistemare le cose che non funzionavano, a dispetto dei tanti infortuni e dell’assenza di Schick. Sul bilancio di questo inizio di stagione, classifica alla mano, pesano le sconfitte all’Olimpico con Inter e Napoli. Ma se non fossero capitati due risultati storti, forse Di Francesco non sarebbe riuscito a trovare la Roma migliore. La Roma oggi ha una sola identità ma tanti protagonisti. In questa pagina analizziamo le dieci mosse vincenti che l’hanno accreditata al gala dello scudetto.