Da Trigoria si sono affrettati a dire che non si tratta di un caso, ma di sicuro la lunga intervista rilasciata (oltre un mese fa) da Patrik Schick al magazine ceco «Reporter», non ha fatto piacere. Anzi. A irritare la dirigenza giallorossa non sono state tanto le dichiarazioni dell’attaccante («Sono pochi i club migliori della Roma: il Real Madrid, il Barcellona o il Manchester United, l’idea di poter arrivare un giorno in queste squadre mi ha sempre aiutato a fare meglio»), quanto il fatto che abbia parlato senza avvisare la società. Per questo il d.s. Monchi – volato a Boston per trascorrere alcuni giorni a stretto contatto con il presidente James Pallotta con cui deve pianificare le strategie future – ha già avuto un chiarimento con il calciatore, e presto lo farà anche Di Francesco.
È possibile, ma la Roma non conferma (in passato non ha mai reso noti provvedimenti simili), che Schick possa essere multato per mandare un messaggio anche agli altri componenti della squadra, che soprattutto quando si trovano fuori dall’Italia si lasciano andare a parole in libertà. L’attaccante, le cui dichiarazioni sono state oggetto di discussione nelle radio e sui social network da parte dei tifosi, era parecchio contrariato (eufemismo) e la sua prima reazione («Chi ha fatto la traduzione? Non capisci un ca… di ceco») è rapidamente sparita dalla sua pagina Instagram. La tesi difensiva è quella della (solita) forzatura giornalistica, specie perché nel resto dell’intervista aveva avuto solo belle parole per la Roma: sulla struttura («Ci sono campi perfetti, i migliori sistemi di recupero, la palestra») e sullo staff («I nutrizionisti ci misurano continuamente e ci dicono cosa mangiare, ci sono dozzine di impiegati solo per noi»). Un amore a prima vista («Mi consideravo un giocatore della Juventus, ma quando ho firmato per la Roma mi sono sentito sollevato»), che ancora non è sbocciato in campo. «Torno molto presto», ha postato sui social un paio di giorni fa. E dopo la sosta c’è il derby…