Var comune, mezzo gaudio. Basta accuse fra Lazio e Roma, finti o negati rigori, simulazioni e contorte espulsioni. A Formello assicurano di benedire questo primo derby “tecnologico” dopo quasi un secolo di recriminazioni. Vogliono dimenticare, infatti, quanto accaduto negli ultimi derby, con il rigore inesistente concesso a Strootman, quello inventato da Orsato su Dzeko (per un pestone di Gentiletti) fuori area o non concesso per fallo di Fazio su Lukaku. A Trigoria fanno finta di nulla anche se negli ultimi tempi non mancano episodi controversiasfavore. Basti pensare all’entrata killer (nemmeno giallo) di Lulic sulla caviglia di Salah nel 2015, al mancato penalty concesso per fallo di Radu su Lamela nel derby dei rigori del 2013 (due per la Lazio e uno per i giallorossi) o al clamoroso siparietto dell’arbitro Banti nel novembre di due anni fa che prima concede la punizione per fallo di Biglia su Peres al limite dell’area. Dopo qualche secondo ci ripensa e indica il dischetto per fare l’ennesima retromarcia su indicazione dell’assistente Calvarese che però sbaglia perché le immagini sanciranno come il contatto fosse avvenuto all’altezza della linea. Ma di polemiche da “derby” ne è colma la storia. Addirittura nel 1936 una punizione dubbia di Mazzoni scatenava la prima rissa furibonda, con le forze dell’ordine intervenute.
AMARCORD INDIGESTI – Nel 1954 un penalty non concesso a Fontanesi da Bellè sanciva il ritorno alla vittoria della Roma dopo 7 anni. Due stagioni dopo i giallorossi (gara rinviata per neve, Lazio-Roma 1-0) accusavano invece l’arbitro Orlandini (unico romano designato per il derby della Capitale) di averli spinti e schiaffeggiati. E’ bello pensare che, con la tecnologia adesso, non possa esserci svista. Anche su una deviazione, come la spalla di Janich sulla bomba di Da Costa. La Var non avrebbe potuto nulla nel derby di Coppa Italia del 1969, anche perché non avrebbe funzionato: match assegnato a tavolino alla Roma (2-0) da Lo Bello, causa corto circuito all’Olimpico. Ironia del destino, Lazio squadra ospitante. Sempre nel 1969, invece, fra i torti arbitrali la Lazio rimembra un’altra statistica: il rigore per uno svenimento di Peirò in area assegnato da De Marchi di Pordenone a Capello, 1 a 1 (risposta a Fortunato) e palla al centro. Ma c’è anche chi, come Delvecchio, dopo 20 anni ancora non si capacita del 4-3 annullato ingiustamente nella stracittadina del 29 novembre del 1998, conclusasi 3-3. Aspettatevi dunque attimi interminabili in questo derby, lo ha detto De Rossi: «Adesso quando segni non sai cosa fare, rischi la figura del cretino». Peggio ancora se ti butti senza che t’abbiano toccato lo scarpino. Le prime 12 giornate sono servite per capire come funziona, ora Roma e Lazio dovranno trarne beneficio, questione di Var-condicio.