L’onestà di Edin Dzeko: dopo il primo anno «potevo lasciare la Roma, ma sono uno che non molla»; i tifosi «a volte sono fanatici, per me è difficile andare a cena ma ti danno una carica in più»; «sarà bellissimo vivere un derby con lo stadio pieno. Ed entro un paio d’anni vorrei lo scudetto». In un’intervista a Kicker, in Germania, realizzata lo scorso venerdì, l’attaccante bosniaco racconta di sé e del momento che sta vivendo con la Roma. Dice di «non essersi mai sentito così bene», ma dice pure di sapere cosa significa quando un attaccante non segna: «Vengono criticati persino Messi e Ronaldo, ma non siamo robot…».
VOGLIA DI GOL – Argomento caldo perché, nonostante la doppietta con il Chelsea, Dzeko in campionato è a secco da più di un mese, dalla partita con il Milan del primo ottobre. In mezzo tante buone prestazioni, intoccabile al centro dell’attacco, e qualche giorno di riposo a Vienna con la famiglia, necessario per far riprendere il fisico e la mente. Ora Edin è pronto, in questi giorni ha alternato lavoro di gruppo a lavoro singolo per ritrovare brillantezza e scaricare le tossine e il derby lo racconta così, ben contento di viverlo con più di 50mila spettatori: «Per chi non lo vive è difficile capire: se vinci per i tifosi la vita è più bella. Finalmente le proteste (per le barriere) sono finite, quindi vivrò il derby più caldo. Sfide così in uno stadio semi-vuoto erano tristi».
L’AMORE È DZEKO – La tristezza dei suoi primi mesi romani, legata solo al calcio perché qui sono nati i figli Una e Dani, è invece solo un lontano ricordo. Così come i fotomontaggi in cui veniva chiamato «Edin Cieco» e ritratto come un non vedente: «Con i nuovi mezzi di comunicazione hanno tutti qualcosa da dire. Se un addetto ai lavori mi critica lo accetto, ma purtroppo giudicano molti che in realtà non capiscono nulla. Queste critiche le ignoro. Il primo anno sono andato male perché al City durante la preparazione non mi avevano fatto giocare sapendo che me ne sarei andato. Fisicamente ero fiacco. Avrei potuto lasciare la Roma dopo il primo anno ma non sono uno che molla e la mia famiglia ed io qui stiamo benissimo». Meglio, allora, pensare al derby ma soprattutto al campionato. Perché se c’è una cosa che emerge chiaramente dall’intervista di Dzeko è che per lui la partita contro la Lazio, a cui ha segnato due gol in sei partite, è solo una tappa per un sogno più grosso: «La favorita per il titolo è sempre la Juventus, però questo campionato è più equilibrato. E io ho ancora due anni per vincere lo scudetto».
NIENTE CINA – Dopo aver trionfato in Premier e in Bundesliga, gli manca la Serie A, poi potrebbe anche emigrare. Perché, per l’ennesima volta, dalla Cina e dagli Emirati sono pronti ad offrirgli ponti d’oro per portarlo da quelle parti. Ma per adesso Dzeko sorride, ringrazia e dice puntualmente no.