Un po’ per aiutare i giornalisti spagnoli e un po’ perché sta vivendo il momento migliore della sua carriera. Oggi a Madrid, insieme a Di Francesco, nella conferenza stampa per presentare Atletico Madrid-Roma ci sarà Diego Perotti. Diego non ama molto parlare in pubblico e, perciò, la scelta dell’ufficio stampa giallorosso non è un premio per lui. Però è il segnale di quanto è cresciuta la sua importanza dentro il gruppo. Alla qualità ha aggiunto la concretezza. Quattro gol nelle ultime cinque partite: contro Crotone, Chelsea, Fiorentina e Lazio. Due gol su azione e due su rigore, che è la sua specialità: in serie A ne ha segnati 12 su 13.
Il padre Hugo, calciatore del Boca Juniors era grande amico di Diego Maradona e promise al Pibe de oro: «Se un giorno avrò un figlio, lo chiamerò Diego come te». Il nome Diego e l’amore per il Boca, in realtà, sono stati ostacoli nella carriera di Perotti, ma ora, raggiunta la piena maturità come calciatore e come uomo, sono diventati un valore aggiunto. Non tutti hanno una traiettoria definita, Perotti ha vissuto sulle montagne russe: nell’estate del 2010 il Siviglia lo aveva blindato con una clausola da 48 milioni, quattro anni dopo il Genoa lo comprò per 350.000 euro.
Gasperini lo ha fatto rinascere, Spalletti lo ha voluto ma non lo ha valorizzato al 100%, Di Francesco ne ha completato la crescita. Perotti, sotto la guida del tecnico abruzzese, ha ritrovato la convocazione della nazionale argentina – per le amichevoli contro Russia e Nigeria – dopo un’assenza di più di sei anni. Ora sogna il Mondiale. La Roma, domani sera, può qualificarsi per gli ottavi di finale – grazie a un pareggio – con un turno di anticipo. Per Perotti sarebbe chiudere un cerchio. La qualificazione diretta alla Champions, ottenuta all’ultimo minuto dell’ultima partita dello scorso campionato, proprio contro il Genoa, è arrivata con un suo gol. Il primo su azione della stagione, nel giorno delle lacrime per il ritiro di Francesco Totti.