Il centrocampista francese, neo arrivato in maglia giallorossa, ha rilasciato un’intervista parlando della sua nuova esperienza romana.
Si sta adattando bene al nuovo campionato? Si,inizialmente è stato un po’ difficile, non conoscevo nulla al di fuori di Lione, dove avevo passato tutta la mia carriera. La Roma però è stata incredibile, la mia famiglia è stata subito messa a suo agio. Totti è una leggenda.
Com’è il rapporto con i suoi nuovi tifosi? Da quando sono arrivato, ho capito di trovarmi in un altro mondo, un mondo in cui la gente vive per il calcio.
Ha scelto la Roma, ma il campionato italiano, visto da fuori può sembrare meno attraente di altri? Quando ci sei dentro è tutto diverso! In questa stagione la Serie A ha alzato il suo livello. Ci sono 5 grandi squadre che sono in testa alla classifica e che lotteranno per il titolo. È un campionato molto difficile e super competitivo.
E’ stato veloce il suo passaggio alla Roma? Sì, molto velocemente, d’altronde il Lione voleva dar vita ad un nuovo corso. Ho colto l’occasione, mi sono detto che la chiamata di un club come la Roma non arriva tutti i giorni.
A Lione era un titolare assoluto, addirittura era il capitano, a Roma non è così, come l’ha presa? Me lo sono detto tutti i giorni, a Lione: dovevo rimettermi in ballo. L’ultima stagione è stata dura per diverse ragioni, sia in campo che fuori. Era il momento di partire per scoprire altro. È la prima volta che arrivo in un nuovo club, che scopro una nuova cultura, una nuova lingua. Ma siamo tutti molto felici, stiamo bene, io nel club e la mia famiglia a Roma.
Cosa l’ha colpita di più fino adesso? la tattica, gli allenamenti? O altro? Non è quello che mi ha scioccato. Sì, facciamo tanta tattica, ma quello lo sapevo. È soprattutto l’organizzazione attorno al club che è incredibile. Tutto viene fatto per permettere al giocatore di pensare soltanto al calcio. In Francia dobbiamo ancora migliorare molto sotto questo punto di vista.
E’difficile il non giocare sempre per lei? Riparto da zero, mi rimetto in gioco. In Italia non ero molto conosciuto, devo dimostrare le mie qualità. Poi davanti a me c’è un giocatore emblematico, Daniele De Rossi, il capitano della Roma. Conoscevo le difficoltà che avrei incontrato venendo qui. A Lione conoscevo tutti. Qui è completamente diverso, ma è gratificante.
Essere capitano del Lione, indossare quella fascia ed assumersi certe difficoltà l’ha logorata? Non è mai stato un peso per me, ma l’ultima stagione è stata più difficile. Ho sempre svolto al meglio questo ruolo. Oggi ho uno status diverso, questo mi permette di concentrarmi unicamente sul campo. Credo che lo scorso anno a Lione questa cosa mi abbia tolto diverse energie. Non è solamente un piccolo pezzo di tessuto da mettere al braccio, è uno status da assumere.
Quali aspetti del suo gioco vorrebbe migliorare? C’è sempre bisogno di migliorarsi. Ho un’esperienza tale che mi permette di gestire alcune cose che non sapevo gestire quando ero più giovane. In Italia il campionato è molto tattico, l’avversario ti pressa, non si ha molto tempo per giocare. Bisogna sempre guardare avanti. C’è un livello di gioco molto alto: bisogna avere la lucidità di non perdere il pallone, soprattutto nella zona dove gioco io, davanti alla difesa.
E’ riuscito a metabolizzare la sua partenza da Lione?
Certo, ormai lo messo alle spalle. Continuo a seguire la squadra, ho molti amici nel club, sia tra i giocatori che tra i dipendenti. Gli auguro solo belle cose, ma ora scrivo la mia storia.
Ha sentito Aulas? No. Ci siamo lasciati bene nonostante tutto, anche se le sue parole mi hanno toccato. Non sono rancoroso, c’è solamente un po’ di tristezza per come è finita.
Cosa si aspetta dalla sua stagione? Vogliamo arrivare il più lontano possibile in tutte le competizioni. Siamo una grande squadra, e sappiamo che ci sarà spazio per tutti e che abbiamo bisogno anche di chi gioca meno.
Spera ancora nella Nazionale? Sì, certamente, ma la situazione mi è ben chiara. C’è molta concorrenza nel mio ruolo, c’è una squadra che ormai gioca insieme da qualche mese, e poi ci sono i giovani, che sono molto promettenti.
Da Lione a Roma… lo considera un passo avanti per la sua carriera? Sì, penso di sì, anche se il Lione resta un grande club. La Roma è un’istituzione.