Nella città che non conosce il grigio basta un attimo, 90 minuti e un novembre magro, per riportare a galla i vecchi problemi, ma c’è una sfumatura importante tra il fu «Edin Cieco» e il capocannoniere della scorsa Serie A, e soprattutto una soluzione pronta (o quasi) che la Roma ha in casa. Dzeko non è un bidone, ma non è nemmeno un robot, si è solo inceppato e se nei primi 10 appuntamenti stagionali, 7 di campionato e 3 di Champions League, aveva fatto centro 10 volte, da metà ottobre in poi è iniziato il digiuno, dall’incredibile doppietta al Chelsea ha smesso di segnare, si è messo al servizio della squadra e le sue prestazioni sono state all’altezza anche senza un sigillo. Fino alla sfida di Madrid, dove ha sbagliato qualcosa di troppo ed è risultato fin troppo innocuo. Di Francesco gli chiede più cattiveria, ma sa che gli attaccanti vivono in maniera particolare l’astinenza da gol e che basta un episodio favorevole per sistemare tutto. Dzeko ci è già passato, ma rispetto al primo anno in giallorosso adesso è più sicuro di se stesso, e più leader. Non trova la porta da 7 partite e questo lo condiziona, Roma vede tutto bianco o nero, l’ha capito Monchi in pochi mesi e Edin l’ha provato sulla sua pelle, per cui qualche critica è riaffiorata, ma stavolta l’ha affrontata con la corazza più dura.
Aspettando che il bomber instinct torni a funzionare, alla Roma serve un piano B. Finora Kolarov e compagni hanno tamponato il problema, 7 giallorossi oltre a Dzeko hanno fatto gol, ma la cooperativa non basta, serve una punta di diamante. Di Francesco ce l’ha in casa: Schick è quasi pronto e nella «sua» Genova, dove si è fatto conoscere con la maglia della Samp, può finalmente accomodarsi in panchina. Il primo passo per prendersi la Roma. Ieri l’attaccante ceco ha ripreso ad allenarsi in gruppo, ha fatto tutta la partitella e ha pure segnato un gol benaugurante, mentre Dzeko si dedicava al lavoro di scarico con chi ha giocato a Madrid. Una sorta di passaggio di consegne che dall’allenamento si sposterà presto al campo. Contro il Genoa Patrik punta semplicemente ad esserci, ma già dalla Spal, se tutto filerà liscio, potrà sperare di entrare nelle rotazioni, che continueranno visto il fitto calendario: da qui a Natale sono in programma 7 partite tra coppe e campionato.
È il momento giusto per avere due piani d’attacco. E tante alternative sulle fasce: con i rossoblu può tornare dal 1’ El Shaarawy al posto di Gerson. A centrocampo si rivedono Strootman e De Rossi, in difesa chance per Juan Jesus che può far rifiatare uno tra Fazio e Manolas. Peres dopo il pasticcio al Wanda Metropolitano potrebbe finire in panchina, anche perché il ginocchio di Florenzi si è sfiammato e ieri gli ha permesso di lavorare con la squadra. Dall’altra parte farebbe comodo qualche minuto per Palmieri, un’alternativa in più per Di Francesco, che vuole un piano B per ruolo. La «cura» del gol passa da questo, con Dzeko e Schick la Roma può davvero fare centro.