Sei mesi «passati veloci», ma pur sempre senza vedere il campo se non quello di Trigoria. Tanto è trascorso dal crack al crociato del ginocchio sinistro che ha impedito a Emerson Palmieri di iniziare la stagione con Di Francesco e di rispondere alle convocazioni in azzurro dell’ormai ex ct Ventura. «La voglia di giocare c’è, ma è il mister che decide quando potrò e se sarò pronto. La scelta è sua. Non posso dire che sono al 100% perché sono fermo da sei mesi, ma sto lavorando ogni giorno per recuperare il prima possibile», ha dichiarato ieri il terzino a Sky Sport che contro lo Spal dovrebbe fare il suo esordio stagionale a partita in corso. Tra le immagini più toccanti del 28 maggio c’è quella di Emerson, in lacrime e stampelle, abbracciato da Totti: «Dovevo stare lì anche se non avevo più il legamento crociato, era una questione di rispetto. Francesco mi ha detto che sono giovane e forte e che sarei guarito presto. Ha avuto ragione lui».
Messo alle spalle l’infortunio Emerson è pronto a tornare anche per ridare respiro a Kolarov: «Quest’anno tutti ci sentiamo titolari. Ci sono sempre gare ravvicinate, conta avere una rosa ampia. Possiamo lottare fino in fondo per il campionato». Palmieri però potrebbe essere impiegato anche a destra dove c’è un gran bisogno di sostituire l’infortunato Karsdorp. Il brasiliano, naturalizzato italiano, ha già dato la sua disponibilità visto che in quella posizione ha giocato sia al Palermo sia al Santos. Alcuni giorni fa Monchi lo ha indicato, insieme a Schick, come il nuovo acquisto per gennaio: «Ho apprezzato molto. Sentirmi importante in una squadra come la Roma non è da poco». Emerson è nel mirino del Liverpool, della Juventus e dell’Inter di Spalletti che lo ha valorizzato dopo mesi di buio. «Ho un contratto con la Roma. Le attenzioni mi fanno piacere, ma voglio restare». Infine un pensiero sulla nazionale e sul mondiale svanito: «L’eliminazione mi ha rattristato. Mi è dispiaciuto molto per i miei compagni che erano lì, dobbiamo ripartire». Lui in realtà può essere ancora convocato col Brasile non avendo mai giocato con l’Italia.