Non lo ha scritto tanto per dire. E’ un impegno preso con la gente: «Voglio vincere e cantare con voi». Eusebio Di Francesco lo ripete alla vigilia della partita che può dare una svolta internazionale alal Roma e anche alla sua carriera di allenatore. «Ma guardare che io canto già – scherza – sia prima che dopo le partite, solo che non lo vede nessuno… Il mio messaggio era rivolto alla gente che non ci fa mai mancare il sostegno, perché è piacevole sentire cantare lo stadio. Se poi ci sarà da cantare insieme lo farò, non è un voto, è un piacere».
ORGOGLIO – Dopo la sconfitta di Madrid aveva affermato che fosse un motivo di vanto potersi giocare la qualificazione agli ottavi di Champions League in casa. A distanza di sue settimane osserva: «Io sono ottimista di natura e continuo a esserlo. Se dovessimo passare il turno ci godremmo questo risultato. Ma aspettiamo il Qarabag. La mia idea è di aggredirli sin dall’inizio, senza farli respirare. Non sottovalutiamo l’avversario ma anche grazie alla vittoria nella partita d’andata a Baku abbiamo acquisito fiducia nei nostri mezzi. Se facciamo valere la nostra qualità, ce la faremo». Un pensiero a vincere addirittura il girone c’è. E sarebbe incredibile, considerando le condizioni di partenza: «La cosa importante è qualificarsi. Se arriviamo primi certo è meglio. Ma non voglio pensare a quello che succede a Londra, voglio fare la mia partita».
RISPOSTE – Non intende questa serata come una rivincita sugli scettici ai quali ha già dato sufficienti garanzie con il primo trimestre da allenatore della Roma: «Io non sono venuto a prendermi rivincite. Sono arrivato per portare soddisfazioni e successi ai tifosi, che vogliamo avvicinare con la forza delle nostre prestazioni». Invece al collega Sarri, che si è “lamentato” della Champions League in quanto fatica supplementare che toglie energie per il campionato, replica così: «Tutti vorremmo giocare il campionato e la Champions il più a lungo possibile. E per quanto mi riguarda, sono ben felice di fare meno allenamenti e vivere più partite. Significa restare in corsa su tutti i fronti anche a costo di perdere qualcosa in fatto di brillantezza generale».
LE SCELTE – Annuncia il recupero di Perotti e di conseguenza la rinuncia iniziale a Schick che «vedo più a partita in corso». Ma soprattutto elogia Florenzi, che ha schierato anche venerdì scorso contro la Spal pur sapendo che Bruno Peres era squalificato in Champions: «Quando alleni, qualche rischio lo devi prendere. Avendo allenato Alessandro su certi movimenti difensivi volevo dargli continuità in partita, perché ho notato che è cresciuto tantissimo sia nella condizione che nella convinzione». IL PERCORSO. A un passo dal primo bivio della stagione, Di Francesco si sofferma sul momento della squadra: «Come ripeto spesso ai calciatori, il destino è nelle nostre mani. Ormai la Roma ha acquisito buona parte dei concetti che piacciono a me. Non tutti, ma quasi. E questo mi lascia ben sperare». Gli chiedono quale avversaria preferirebbe sfidare in una volata-scudetto, lui chiosa: «Mi interessa relativamente ma visto che ora l’Inter è prima, dico l’Inter». Nota a margine: l’Inter è la squadra di Spalletti, che è stato il suo predecessore e che l’ha battuto senza meritarlo ad agosto. Quella sì, sarebbe una grande rivincita.