Per la Uefa, come da sito ufficiale, Alessandro Florenzi è un centrocampista. Anche stasera, però, il jolly giallorosso giocherà in difesa, al posto dello squalificato Bruno Peres e la sensazione è che, visto anche il lungo stop di Karsdorp, anche quest’anno la fascia destra sarà il suo terreno naturale. Poco male, almeno stando a quanto dice Di Francesco: «L’ho fatto giocare con la Spal per dargli continuità, l’ho visto bene e volevo vedere anche determinati movimenti difensivi». Sarà un caso – o forse no – ma da quella parte spesso agirà Schick e avere un esterno basso che gli copre le spalle potrebbe essere un’ arma importante. Ci penserà Di Francesco, magari non stasera, Florenzi dal canto suo è concentrato sul Qarabag e sulla seconda gara stagionale di Champions dal primo minuto, dopo quella con il Chelsea in casa.
PRECISO – Finora ha disputato 115′ in coppa e lo ha fatto sbagliando poco o nulla (73% di passaggi riusciti). Niente gol e assist, ha pensato più a difendere (8 palle recuperate) che ad attaccare, quella di stasera sarà la partita numero 25 con la Roma in Europa, 19a in Champions, tre anni e tre mesi dopo l’esordio con Garcia. Il girone di allora era difficile quasi come questo (Bayern, Cska e il City di Dzeko e Kolarov), la Roma fallì l’appuntamento con la qualificazione all’ultima giornata, stavolta ha il destino nelle proprie mani e nei propri piedi, compresi quelli di Florenzi, ormai tornato ad essere un punto fermo.
RINNOVO – Nel 2014, quindi, l’ex capitano della Primavera ha esordito in Champions e poco dopo ha rinnovato il contratto (accordo trovato ad ottobre, annuncio ufficiale a gennaio 2015). Stavolta il copione, esordio a parte, può essere più o meno lo stesso. L’attuale accordo scade nel 2019, il vice capitano guadagna circa 2 milioni a stagione, quello che firmerà (e tutti a Trigoria sono certi che lo farà) sarà il contratto più importante della carriera e si tratta su una base di 3 milioni l’anno più bonus. La qualificazione in Champions porterebbe con sé un po’ di tranquillità economica in più, Monchi ha già iniziato i negoziati con il suo agente ma non c’è ancora l’accordo totale su alcuni punti. Di certo, oltre al lato sportivo, Florenzi e la Roma stanno parlando anche dei diritti d’immagine e del «lavoro» da testimonial di Alessandro, in questo senso un po’ più simile a Totti che a De Rossi, da sempre più schivo con pubblicità e social network.
PRIMA IL CAMPO – Florenzi invece no: ha una persona di sua fiducia che gli gestisce i profili, presta il volto e il nome a campagne di solidarietà, è figlio di quel pensiero per cui il calciatore è sempre più azienda e quindi macchina da soldi. Prima, però, c’è il campo, i movimenti difensivi, una fascia destra che sta tornando ad essere terreno fertile e una qualificazione agli ottavi di Champions da conquistare. Poi, solo poi, tornerà a parlare di tutto il resto.