È la soddisfazione di un uomo incontentabile: in una giornata magica, tra la realtà dello stadio Olimpico e le prospettive dello stadio di Tor di Valle, Eusebio Di Francesco ha già gli occhi iniettati di futuro agonistico. La Champions League va avanti, la Roma non si ferma più. «Adesso – spiega – può succedere di tutto. lo dico, perché no? E’ motivo di grande orgoglio essere andati avanti ma spesso, e sottolineo spesso, qui c’è la tendenza ad adagiarsi. Invece abbiamo eliminato Chelsea e Atletico Madrid e vivere questo momento con grandissimo entusiasmo e anche con ambizione: dobbiamo sempre sperare di fare qualcosa in più». E ora? «E ora non è giusto dire che un avversario vale l’altro. Ma se anche ci capiteranno Bayern o Real Madrid, dobbiamo affrontarle con la stessa mentalità. Se siamo arrivati tra le migliori 16 d’Europa non dobbiamo snaturarci».
L’ANALISI – Non è stata una Roma spettacolare, anzi qualche timore ai tifosi l’ha fatto venire anche contro il piccolo Qarabag, ma nel dna di questo club non è contemplata l’ipotesi di una vittoria tranquilla: «La squadra voleva fortemente portare a casa questa qualificazione. Parlo del collettivo: sia chi giocava, sia chi stava fuori. E nel secondo tempo ha cercato di vincere, premendo al massimo, mentre nel primo faceva più fatica e non creava situazioni pericolose. Fortunatamente alla fine ha centrato l’obiettivo. Un grande obiettivo. Però è vero che ci è venuto il braccino a un certo punto. Del resto è onesto ammettere che la Roma non è stata abituata spesso a giocare questo genere di partite. Certe situazioni devono servirci da lezione per il futuro».
PERCORSO – A qualificazione ottenuta, rivive il girone con fierezza: «Non era facile arrivare fino a qui. Anzi tutti ci davano quasi per eliminati all’inizio. Ma con il lavoro e la determinazione, a partire dalla gara con l’Atletico in cui non abbiamo giocato bene ma siamo stati bravi a soffrire, siamo riusciti a conquistare il primo posto». Quanto c’è di suo in questo risultato? La Roma ha vinto tre partite in Champions dopo una serie tremenda (1 su 16): «Il merito è del gruppo. Io ho cercato di trasmettere le mie idee e credo di averlo fatto. Ma non mi accontento, dobbiamo ancora crescere». Dagli studi Mediaset riceve i complimenti di Carlo Ancelotti: «Lo ringrazio pubblicamente, perché so che mi stima e so che ha a cuore la Roma». Chiusura sull’ok per lo stadio di proprietà: «E’ una notizia meravigliosa per la società e per la città. Spero di essere ancora l’allenatore della Roma quando potremo giocare là».