La serata perfetta della Roma: la qualificazione agli ottavi di Champions League e finalmente il nuovo stadio che da virtuale ed eterna Fabbrica di San Pietro può ora trasformarsi davvero in moderna cattedrale di vetro, ferro e cemento. La Roma ha ufficialmente cominciato il conto alla rovescia per il lungo addio all’Olimpico battendo il Qarabag all’ultima giornata del girone di Champions. Il gol di Perotti di testa è arrivato liberatorio all’inizio del secondo tempo a metà di una partita brutta perché troppo controllata e soprattutto doppia perché giocata ascoltando cosa accadeva a Londra tra Chelsea e Atletico Madrid. La vittoria della Roma, sia pure di misura, e il pareggio di Stamford Bridge, significano addirittura il primo posto in un girone che la squadra di Di Francesco ha cominciato da vittima predestinata e concluso sorprendentemente da protagonista, mettendosi alle spalle avversarie ben più forti e quotate. Da prima classificata il sorteggio si preannuncia addirittura più abbordabile (ma resta il rischio di Bayern e Real Madrid).Poche ore prima il club aveva vinto la partita politica più importante dell’epoca Pallotta, l’americano sbarcato nella capitale ormai sei anni fa con in testa il business del nuovo stadio. L’ente regionale della conferenza dei servizi ha dato l’ok al nuovo stadio sull’ex area dell’ippodromo di Tor di Valle ( quello del film “Febbre da Cavallo”).
La strada ora si mette in discesa anche se manca ancora la variazione del piano regolatore da parte del consiglio comunale e la pianificazione per la costruzione di un ponte sul Tevere con i soldi messi direttamente dal governo per uscire dall’impantanamento della pratica. La sindaca Raggi che aveva bocciato le Olimpiadi, è arrivata all’Olimpico e ha salutato con toni trionfali la costruzione del nuovo stadio con quartiere annesso, per un totale di 212mila metri quadri di edifici e almeno 700- 800 milioni di costi. «Grande risultato per la città. Ok a progetto innovativo e moderno con meno cemento e più verde. Il piano è stato risistemato secondo le necessità attuali, daremo impulso a nuovi posti di lavoro». Per svolgere le ultime pratiche e arrivare alla posa del primo mattone serviranno – senza intoppi imprevisti ( indagini archeologiche eccetera) – almeno sette mesi. La prima partita della Roma nel nuovo stadio è prevista, un po’ ottimisticamente, per la stagione 2020-21. Il calcolatore Di Francesco, proprio perché non voleva sorprese si è giocato la prima vera partita decisiva della sua stagione romana con la squadra titolare e De Rossi capitano, anche se forse era impossibile fare spettacolo per l’impossibilità di permettersi anche il più piccolo errore. Ma alla fine i rischi sono stati zero. Tutta la squadra – da Alisson a Dzeko – alla fine è andata a salutare schierata la Curva Sud di uno stadio che tra due o tre anni diventerà un bel ricordo.