Chiusa la partita Conferenza dei Servizi, il progetto Stadio della Roma inizia una nuova fase del percorso. Dalle dichiarazioni ufficiali della Società, traspare l’idea che si inizino i cantieri per «fine aprile, inizio maggio 2018», secondo il dg, Mauro Baldissoni, che aggiunge: «i tempi di costruzione previsti sono 26-28 mesi», quindi, con la possibilità di aprire «la stagione nel 2021». Forse 4 o 5 mesi sono una previsione un po’ ottimistica: una parte dei passaggi burocratici ancora da completare, e cioè, la stesura e approvazione in Consiglio comunale sia della Variante che della Convenzione urbanistica, richiedono ben più di qualche giorno di tempo. Solo i tempi di pubblicazione della variante «a fini urbanistici», 15 giorni, e altrettanti per consentire le osservazioni previste per legge da parte di cittadini e comitati, fanno un minimo di mese di attesa. A questi tempi, si devono aggiungere il completamento delle procedure per gli espropri dei terreni quasi totalmente destinati al parco fluviale o ad aree di parcheggio e strade; la campagna di scavi di archeologia preventiva; le demolizioni degli edifici preesistenti e la bonifica dei terreni da ordigni bellici, amianto e rifiuti. In più, c’è da attendere la redazione dei progetti esecutivi delle opere pubbliche: principalmente il Fosso del Vallerano, la nuova via del Mare/Ostiense e i due ponti ciclopedonali, quello dalla stazione Tor di Valle della Roma-Lido e quello dalla stazione Fs Magliana sulla Orte-Fiumicino aeroporto. Progetti esecutivi che, una volta completati, dovranno essere prima validati e poi andare a gara europea.
Chiaramente molti di questi interventi possono essere fatti contemporaneamente: intanto che si completano i passaggi di Variante e Convenzione, si potranno predisporre i progetti esecutivi delle opere pubbliche e, nello stesso tempo, fare bonifiche, demolizioni, archeologia. Nella scaletta dei lavori da portare a termine il primo sarà proprio quello sul Fosso del Vallerano: «il parere positivo dell’Autorità di Distretto ex Tevere resta sempre condizionato alla realizzazione delle opere prioritarie per la sicurezza di un’area dove migliaia di romani vivono oggi a rischio di alluvioni e allagamenti, e sono tutte a carico del proponente». Lo si legge in una nota di Erasmo D’Angelis Segretario Generale del Distretto idrografico dell’Italia Centrale. «Si tratta di interventi per un costo complessivo di circa 15 milioni di euro. Solo a conclusione di queste opere possiamo dare l’agibilità».
E mentre il Ponte di Traiano, dopo il cambio in corsa del parere della Città Metropolitana, sembra tornare nell’ombra, tutta la politica corre a mettere cappello sul via libera al progetto: si parte con il lato 5Stelle Campidoglio. Virginia Raggi: «Un bellissimo risultato. Questo progetto è sostenibile e riqualifica una parte della città e porterà nuovi posti di lavoro. Se è fattibile la prima pietra in primavera? Faremo di tutto per accelerare i processi al massimo», il capogruppo Paolo Ferrara va anche oltre: «Credo che questa sia la prova di come la Sindaca Raggi stia governando bene questa città» e l’assessore all’Urbanistica, Luca Montuori: «I tifosi e i cittadini avranno uno stadio fatto bene».
Lato Pd in Regione: ieri era stata la volta del presidente, Nicola Zingaretti («Dare una risposta positiva a tifosi e cittadini, per rendere sostenibile un progetto importante per la Roma. Ora la palla torna alle altre amministrazioni ed in particolare al Comune di Roma per l’approvazione della variante e della convenzione»), oggi il capogruppo Massimiliano Valerani: «La Regione ha fatto la sua parte, ora tocca all’Amministrazione Raggi mantenere gli impegni». In mezzo, s’alza il lamento dei contrari: Italia Nostra («vittoria di Pirro»), Verdi («progetto demenziale») e Stefano Fassina, Sinistra Italiana («immorale»).