Ci sono quelli costretti a dire bugie, come il traballante allenatore del Psg, Unai Emery: «Il Real Madrid non è il peggiore avversario possibile…». E quelli liberi di non raccontare troppe favole, come Juventus e Roma che escono dal sorteggio degli ottavi di Champions sollevate: con la convinzione di Massimiliano Allegri che aspetta il Tottenham («Se saremo la Juve ce la faremo») e il sorrisetto inequivocabile di Francesco Totti dopo aver pescato lo Shakhtar Donetsk. Ma attenzione: questa è sempre la sfida più lunga dell’anno, perché è iniziata ieri e terminerà fra tre mesi, quindi va maneggiata con grande cura. E intelligenza.
PRIORITA’ ROMA – Di sicuro poteva andare peggio a tutte e due le italiane: la Roma, che ha vinto il suo girone ed era quindi in posizione di favore, ha evitato Bayern e Real. E ha il vantaggio di conoscere già la pericolosità degli ucraini, che hanno eliminato il Napoli, hanno sia fisicità che tecnica e non possono essere presi sotto gamba per nessun motivo. Nemmeno quello che si è lasciato sfuggire con franchezza proprio Totti: «Il campionato per noi è più importante della Champions, è l’obiettivo principale». Sia lui che il d.s. Monchi non escludono interventi sul mercato. Magari proprio coi soldi ricavati dalla Champions fin qui e da un eventuale passaggio ai quarti (altri 15 milioni circa). Anche perché lo Shakhtar allenato da «Zorro» Fonseca da domenica è in letargo per la pausa invernale e riprenderà il suo campionato il 17 febbraio, quattro giorni prima della gara di andata: anche questo può rappresentare un punto a favore della squadra di Di Francesco. Senza contare l’esilio forzato a Kharkhiv per i bombardamenti che hanno distrutto la magnifica casa dello Shakhtar, la Donbass Arena.
LA JUVE EVITA LE BIG – La Juve ha dribblato il Psg di Cavani, Neymar e Mbappé, miglior attacco dei gironi di Champions e le prime due del campionato inglese, City e United. Le è capitata la sesta in classifica, guidata da un perdente di successo come l’argentino Mauricio Pochettino, che ha perso la Premier due stagioni fa contro il Leicester di Ranieri. Il Tottenham, come il suo allenatore classe ‘72, però è giovane e ambizioso. Come il suo uomo copertina: Harry Kane, 24 anni, da sabato scorso è entrato nel club ristretto dei 50 gol segnati nell’anno solare, assieme a Messi, Lewandowski, Cavani e Cristiano Ronaldo. Quelli segnati in questa prima parte di stagione sono già 18. Da solo in Champions ne ha fatto uno in meno dell’intera Juventus (7 contro 6): i londinesi, trascinati da altre due giovani stelle come il danese Eriksen e Dele Alli, hanno vinto il girone contro Real e Borussia Dortmund, anche se il nuovo bomber del calcio inglese contro gli spagnoli, battuti 3-1 a Wembley (White Hart Lane è in ricostruzione) non ha fatto gol. Perché tutto alla fine torna sempre al Real, che con due Champions vinte di seguito è ancora il metro di paragone: la super sfida della squadra di Zidane contro il Paris Saint Germain oscura anche l’altro duello tra il Barcellona e il Chelsea di Antonio Conte. Il dominio spagnolo delle ultime quattro edizioni può sembrare in discussione. Ma febbraio è lontano e sarà meglio non fidarsi. Di nessuno.