La Roma è pronta a cambiare pelle. Non in modo drastico ma inevitabilmente l’ingresso in pianta stabile di Schick nell’undici titolare apporterà alcuni accorgimenti in attacco. Nelle 15 gare sin qui disputate in campionato, i giallorossi hanno suddiviso la loro manovra per il 33% sul lato destro, il 25% al centro e il 42% a sinistra. Questo perché la catena Kolarov-Perotti è quella che ha fornito più garanzie a livello offensivo. In questo la Roma somiglia al Napoli. Anche la squadra di Sarri preferisce agire sulla corsia di sinistra, con percentuali quasi bulgare (oltre il 50% di media, con il picco raggiunto proprio all’Olimpico contro i giallorossi: 56,4%). Gli infortuni di Ghoulam e soprattutto di Insigne, hanno fatto in modo però che i partenopei contro Juventus e Fiorentina siano stati costretti a cambiare in corsa, spostando il gioco a destra (42,1% e 46,6%). Necessità e non scelta che sinora non ha dato i frutti sperati visto che nelle due partite gli azzurri sono rimasti a secco.
L’EQUILIBRATORE – Per la Roma il discorso è differente. Non si tratta di un’emergenza ma di una variabile da introdurre nel proprio gioco d’attacco. Perché il designato ad essere schierato, almeno in partenza alto nel tridente su quel lato, è Schick. Con il Cagliari è possibile che per la prima volta in stagione, il ceco insieme a Dzeko e Perotti partano titolari. Fino a questo momento i tre hanno giocato contemporaneamente soltanto i 26 minuti finali di Verona. Una chiave di lettura dei movimenti che dovrà eseguire, Schick l’ha già fornita nel post-gara contro il Chievo: «Posso giocare sia come centravanti, come accaduto oggi per un’ora, che come esterno, partendo largo a destra e finendo l’azione come punta». Che poi è quello che ha fatto soprattutto nella mezz’ora scarsa disputata contro la Spal, quando a sinistra però c’era El Shaarawy. Non essendo un esterno di ruolo, la manovra giallorossa è destinata inevitabilmente a cambiare. Di Francesco non lo ha nascosto: «Per farli coesistere, cambierò leggermente il sistema di gioco».
VARIETA’ OFFENSIVA – Schick, infatti, nelle tre precedenti occasioni (c’è anche la parentesi degli 8 minuti con il Genoa, dove però la gara si era trasformata da tempo in un assalto a Fort Apache) nelle quali è stato impiegato insieme a Dzeko, ha lasciato intravedere come per indole sia portato ad accentrarsi. Con la Spal ha sfiorato proprio centralmente il gol in due occasioni con altrettanti colpi di testa. E anche a Verona, dall’ingresso di Edin, la posizione media dell’ex Samp non è cambiata di molto visto che Eusebio – tentando il tutto per tutto – è passato con l’inserimento di Under al 4-2-3-1, arretrando leggermente Patrick e trasformandolo in trequartista. Ruolo che nel 4-3-3 potrebbe ricoprire se il tridente offensivo venisse schierato ad albero di Natale. Ma Schick, partendo da destra, potrebbe anche agire da seconda punta con Perotti a fare da trait d’union tra i due attaccanti e la mediana. Opportunità, quindi, non mancano. Una cosa è certa: la Roma, con il ceco, è destinata inevitabilmente a segnare di più. Poi andrà rivista la fase difensiva, quella del non possesso-palla. Ma questo è un altro discorso.