È stata un’esultanza differita a causa del Var, ma non per questo meno intensa. Al minuto 94 la Roma ha trovato una vittoria pesantissima per la classifica e per il morale, con la più classica delle mosse della disperazione: il difensore centrale a fare il centravanti. È stato proprio Federico Fazio a trovare il guizzo vincente, un gol di pancia e petto, non bellissimo esteticamente ma ugualmente importante. «Sapevo che il gol era regolare – le parole di Fazio al termine del match – perché l’avevo colpita con il petto, avevo il dubbio sulla posizione di fuorigioco ma ero sicuro di non averla colpita con la mano. Abbiamo cercato di segnare per tutto il secondo tempo, giocando nella loro metà campo, il gol doveva arrivare ed è arrivato». Resta il problema di una squadra, la Roma, che nelle ultime settimane fa una grande fatica a trovare la via del gol. «Nelle ultime quattro o cinque partite abbiamo affrontato sempre squadre che si sono difese. Il Cagliari ha giocato in maniera intelligente, rimanendo nella propria area. Noi abbiamo tenuto bene la palla e alla fine ce l’abbiamo fatta». Con la vittoria di ieri sera la Roma si porta a quattro punti (ma con una partita in meno) dal Napoli capolista. «Sono tre punti importantissimi per la classifica. Era una partita che dovevamo vincere a tutti i costi, conta solo la Roma e non le altre squadre: ora pensiamo alla prossima gara, che è sempre la più importante».
Anche l’analisi di Di Francesco parte dall’episodio del gol. «Io vorrei parlare della partita – le parole del tecnico – si vede che la mano è attaccata al corpo, non so se la tocca con la mano. Potevamo segnare prima contro una squadra organizzata, che si è difesa ma abbiamo voluto fortemente questa vittoria, sono stati tre punti importantissimi. Ci siamo allenati per essere più cinici e più cattivi, non ho la bacchetta magica per fare più gol. Si parla di prestazione non all’altezza, io non sono d’accordo. La coppia Dzeko-Schick? Devono giocare a calcio e non sposarsi, giochiamo con tre attaccanti e non con due, Patrik l’ho messo per farlo crescere come condizione».