Florenzi corre sotto la curva, dove 3.000 romanisti ancora cantano e restano increduli davanti a una sconfitta irrazionale. Una botta improvvisa, un fallo da dietro, un verdetto bizzarro. Si ferma a 20 gare la striscia consecutiva di campionato senza perdere di Luciano Spalletti. Anche l’ultima volta, in casa della Juventus, la Roma venne battuta nel finale e sempre 1-0 ma ora la delusione è difficile da assorbire. Già il pareggio avrebbe lasciato dei rimpianti, figurarsi tornare senza prendere nemmeno un punto. Spalletti, che è nato poco lontano da Firenze e sognava di trascinare la sua Roma in testa alla classifica, preferisce non drammatizzare. «Ho visto una buona partita tra due buonissime squadre – spiega – E’ stato uno spettacolo degno. Però ci sono capitate tre o quattro situazioni importanti per segnare e non le abbiamo sfruttate. Bisogna essere più cattivi nell’area di rigore avversaria. Nella ripresa il rendimento si è abbassato, ci siamo allungati senza essere pungenti come prima: abbiamo sbagliato tanti passaggi facili e sta succedendo spesso in questo periodo. Complessivamente la squadra ha fatto il suo lavoro, una prestazione positiva, poi nel calcio a volte si può anche perdere. In questo caso, magari, fa più male perché questi erano punti importanti».
L’ARBITRO Sorride amaro quando in televisione gli fanno guardare gli episodi contestati, a cominciare dal rigore reclamato da Dzeko: «Me ne ero accorto già in campo. Era fallo. Edin anticipa la traiettoria della palla e viene colpito. Questo non è un contatto, è una “tranvata” (come si dice a Roma, ndi). Dzeko è un calciatore correttissimo e questo è un rigore evidente». Anche il gol della Fiorentina sembra irregolare: «Qui me l’hanno detto i ragazzi nello spogliatoio, perciò cerco di essere obiettivo. Szczesny ha detto di aver fatto un balzo anomalo per vedere il pallone e ha lasciato scoperto il palo. E così non è riuscito a intercettare il tiro di Badelj. Qualche calciatore invece mi ha raccontato che Rizzoli ha valutato non attivo il fuorigioco di Kalinic perché troppo lontano dalla porta. Comunque sia gli episodi ci penalizzano al di là della realtà della partita, anche se la Fiorentina ha fatto la sua parte».
EFFICIENZA Quando parla di errori in zona-gol, Spalletti non può non riferirsi a Dzeko che però apprezza per il contributo alla squadra: «Edin sta facendo molto bene, è il calciatore che ci serve per essere completi. Giocando senza centravanti sei costretto ad avvicinarsi alla porta sempre nello stesso modo. Dzeko invece ha fisico e tecnica quindi ci dà altre soluzioni. Sono sicuro che riusciremo a migliorare il suo bottino di gol. Deve solo imparare a entrare arrabbiato in area di rigore, ad essere più feroce. Sembra che in alcuni momenti abbassi l’ambizione della sua qualità». Su Salah invece Spalletti è più netto: «Mi aspetto che Momo due volte in una partita riesca a saltare l’uomo… Borja Valero? Qualche discorso in estate c’è stato ma non era facile prenderlo. Io mi tengo i giocatori della Roma».
IL DETTAGLIO Da allenatore individua un difetto strutturale nella partenza dell’azione. E nell’analisi chiama in causa come esempio virtuoso il Napoli: «Loro sul pressing avversario giocano sempre palla sui difensori centrali, con triangoli stretti che presidiano la linea difensiva, e partono da lì. Noi invece andiamo troppo spesso da Szczesny. Anche se siamo nell’altra metà campo. Così abbiamo consentito alla Fiorentina di salire, soprattutto nella ripresa. Ma ripeto, non posso rimproverare più di tanto a una squadra che è stata magari poco lucida ma ha sempre cercato di comandare la partita. Ho visto segnali positivi rispetto al recente passato». Una volta in svantaggio, Spalletti ha provato mosse d’altri tempi: quattro attaccanti in campo più Fazio centravanti aggiunto. «Speravo in una mischia finale – conclude – visto che la Fiorentina si era chiusa».