Provare a ridimensionare tutto, tornando alla normalità. Anche se il giorno dopo il primo obiettivo della stagione sfumato non è che sia semplice, perché la Roma sa che, in assenza di trofei da 10 anni, un’eliminazione agli ottavi di Coppa Italia può fare più male di ciò che si pensi. Lo sanno tutti a Trigoria, lo sa benissimo anche Alessandro Florenzi, che, ai microfoni di Sky, prova ad archiviare il Torino: «Siamo delusi, ma niente drammi».
PRESENTE E FUTURO – Florenzi ci tiene a tenere i toni bassi, mantiene il punto sul momento del la squadra («Stiamo lavorando tanto»), ma poi sceglie di non regalare dichiarazioni ad effetto. Non lo fa sul campionato («Quella di sabato è una partita importante, ma non ci darà la vincitrice dello scudetto») e non lo fa neppure sul suo contratto, che sta a cuore a tanti romanisti che vedono in lui l’erede di Totti e De Rossi. Florenzi, vice capitano, sposta l’attenzione, in un momento delicato della stagione, sul campo e sul lavoro del suo agente: «Sono cose di cui si occupa Alessandro Lucci, per me è una persona importante. Lascio fare a lui tutto quello che c’è da fare, io penso solo al campo».
SUPER SFIDA – E allora eccolo, il campo, che nello specifico è quello dello Stadium, dove domani la sua Roma proverà a rilanciarsi dopo un mese non semplicissimo. La sfida è tanto affascinante quanto difficile, nell’era americana la Torino bianconera è un tabù e Florenzi non lo nasconde. Come non nasconde le ambizioni della Roma: «Per la nostra crescita quel la di domani è una gara molto importante. Vale 3 punti come Roma-Cagliari, ma ci dirà come siamo messi. Troveremo il gol con grande facilità nelle prossime occasioni, ci lavoriamo sempre, abbiamo una squadra per fare un buon campionato, ma servono delle risposte, contro la Juve e non solo, anche se già ne abbiamo date in Champions». Florenzi, che ai bianconeri toglierebbe Dybala, con onestà ammette la forza della Juventus: «Una corazzata. So no i campioni in carica e non è mai facile giocare lì. Dobbiamo invertire la tendenza e fare punti a Torino». Riuscirci significherebbe archiviare pratica mente del tutto la Coppa Italia. Con i fatti, non con le parole.